HomeMitologia grecaEleno: il principe troiano e il veggente dimenticato

Eleno: il principe troiano e il veggente dimenticato

Scopri la storia di Eleno, principe e veggente di Troia: eroe, profeta e re d’Epiro, ponte tra la caduta di Troia e la nascita di Roma.

Quando si parla della guerra di Troia, i primi nomi che vengono alla mente sono quelli di Achille, Ulisse e Agamennone. Tuttavia, tra i difensori delle mura troiane si distinsero anche figure di grande valore come Ettore, Enea ed Eleno, principe di Troia e uno dei personaggi più affascinanti della mitologia greca.
Eleno fu infatti non solo un guerriero coraggioso, ma anche un profeta ispirato dagli dèi, la cui voce poteva determinare il destino di un’intera città.

Origini e famiglia reale

Eleno era figlio di re Priamo e della regina Ecuba, sovrani di Troia. Nacque gemello di Cassandra, la profetessa maledetta da Apollo affinché nessuno credesse alle sue predizioni.
Come la sorella, anche Eleno ricevette il dono della profezia, ma a differenza di lei, le sue parole erano ascoltate e rispettate. I suoi fratelli includevano Ettore, il più valoroso dei guerrieri troiani, Paride, colui che scatenò la guerra, e Deifobo, anch’egli grande combattente.

L’origine dei poteri profetici

Secondo la leggenda, Eleno ottenne il suo dono in modi diversi a seconda delle versioni.
Alcuni raccontano che fu Cassandra stessa a insegnargli l’arte della divinazione; altri che fu il dio Apollo a concedergli la visione del futuro.
Un mito curioso narra che da bambino Eleno dormì nel tempio di Apollo e che dei serpenti sacri gli leccarono le orecchie, donandogli così la capacità di comprendere la lingua divina e di predire il destino — un motivo ricorrente nella mitologia greca per spiegare il potere dei veggenti.

Eleno il guerriero e consigliere

Eleno non fu soltanto un profeta: era anche un abile stratega e un valoroso combattente.
Durante la Guerra di Troia combatté al fianco dei fratelli Ettore e Deifobo, e secondo l’Iliade riuscì a uccidere l’eroe greco Deipiro, prima di essere ferito da Menelao.
Priamo ed Ettore lo consideravano un consigliere saggio e prudente, e spesso le sue visioni influenzavano le decisioni cruciali della difesa di Troia.

L’abbandono di Troia

Quando le sorti della guerra iniziarono a volgere al peggio, Eleno previde la distruzione della città.
Alcune versioni raccontano che decise di lasciare Troia volontariamente, incapace di assistere alla sua rovina.
Altre tradizioni parlano di un conflitto con i fratelli, nato dopo la morte di Paride: Eleno desiderava sposare Elena, ma la donna fu promessa a Deifobo. Deluso e amareggiato, il principe si ritirò sul monte Ida, dove visse da eremita e profeta.

Là venne scoperto e catturato da Ulisse e Diomede, che lo condussero nel campo degli Achei. Conoscendo la sua fama di veggente, i Greci cercarono di ottenere da lui le profezie che avrebbero portato alla caduta di Troia.

Le profezie che distrussero Troia

Eleno rivelò agli Achei tre condizioni indispensabili per la vittoria:

  1. Il Palladio, la statua sacra di Atena, doveva essere sottratto da Troia.

  2. Il figlio di Achille, Neottolemo, doveva combattere contro i Troiani.

  3. Filottete e il suo arco, dono di Eracle, erano necessari per conquistare la città.

Seguendo le parole di Eleno, i Greci riuscirono a soddisfare ogni condizione.
Alcune fonti suggeriscono persino che l’idea del cavallo di legno sia nata da un consiglio dello stesso Eleno, anche se la tradizione più diffusa la attribuisce a Ulisse ispirato da

Dopo la caduta di Troia

Quando la città fu distrutta, Eleno non subì la sorte tragica di molti suoi familiari.
Si dice che Agamennone lo risparmiò e gli donò la libertà e parte del bottino per ricompensarlo delle sue rivelazioni. Tuttavia, Eleno assistette con dolore alla schiavitù delle donne troiane: la madre Ecuba fu data a Ulisse, Cassandra ad Agamennone e Andromaca, vedova di Ettore, a Neottolemo.

Eleno re d’Epiro

Eleno seguì Neottolemo in Epiro, dove divenne consigliere e poi re.
Sposò Deidamia, madre di Neottolemo, e ricevette in dono parte del regno, governando la città di Butroto (l’attuale Butrinto, in Albania).
Dopo la morte di Neottolemo per mano di Oreste, il regno fu diviso: Eleno governò una metà e Molosso, figlio di Andromaca e Neottolemo, l’altra.
Con il tempo, Eleno prese in moglie Andromaca, e insieme fondarono una nuova dinastia: il loro figlio Cestrino divenne sovrano della regione di Cestrine.

Eleno e l’incontro con Enea

La figura di Eleno compare anche nell’Eneide di Virgilio.
Durante il suo viaggio, Enea incontra Eleno e Andromaca nel loro regno d’Epiro.
Il veggente, riconoscendo il destino dell’eroe troiano, gli predice il futuro: la fondazione di una nuova città che darà origine a Roma.
Eleno lo aiuta con consigli e doni, confermando ancora una volta il suo ruolo di ponte tra il passato troiano e il futuro romano.

Eredità di un profeta troiano

Pur non essendo celebrato come Ettore o Enea, Eleno rappresenta una figura unica della mitologia: un uomo di fede e ragione, guerriero e profeta, capace di trasformare la conoscenza del futuro in strumento di sopravvivenza.
La sua storia unisce la caduta di Troia con la nascita di nuovi regni, simboleggiando come la saggezza possa sopravvivere anche alla distruzione degli imperi.

Eleno,il veggente che vide la fine del suo mondo, rimane una delle figure più misteriose e affascinanti del mito greco.

-> La guerra di Troia
-> Eroi, guerrieri e dei nell’Iliade

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Most Popular

Recent Comments