Nel finale del Gorgia, Socrate presenta un mito che esplora il tema della giustizia divina e del destino delle anime dopo la morte. Pur riconoscendo che possa sembrare un racconto mitologico, Platone lo usa per esprimere una verità morale e filosofica sulla giustizia e la responsabilità umana.
Il contesto e il problema della giustizia
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- Socrate introduce il mito per sottolineare che la giustizia umana, spesso imperfetta e superficiale, deve essere subordinata a una giustizia superiore, divina e imparziale.
- Il mito risponde alla necessità di un giudizio equo che tenga conto dell’intera vita di una persona, superando apparenze e pregiudizi.
I provvedimenti di Zeus
Per garantire una giustizia perfetta nell’aldilà, Zeus introduce tre provvedimenti fondamentali:
- Gli uomini non conosceranno l’ora della loro morte:
- Questo impedisce di prepararsi solo all’ultimo momento, falsando il giudizio con atti superficiali o opportunistici.
- Le anime si presenteranno nude:
- Dopo la morte, le anime sono private del corpo e delle apparenze sensibili (bellezza, ricchezze, status). Questo assicura che vengano giudicate nella loro verità essenziale, senza influenze esteriori.
- I giudici saranno giusti e imparziali:
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- I giudici (Minosse, Radamanto, Eaco) saranno sottoposti a un controllo morale superiore, garantendo neutralità e assenza di favoritismi. Il giudizio riguarderà l’intera vita dell’individuo, con proporzionalità tra meriti e colpe.
La struttura dell’aldilà
Platone rielabora la tradizione mitologica greca per descrivere un aldilà organizzato in modo dualistico ma più complesso:
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- Le anime giuste:
- Sono condotte verso la felicità eterna nei Campi Elisi(o Isole dei Beati).
- Le anime ingiuste:
- Sono punite con supplizi eterni nel Tartaro, proporzionati alla gravità delle loro colpe. Platone cita esempi come Tantalo, Sisifo e Tizio.
L’evoluzione della giustizia divina
Platone si distacca dalla visione mitologica arcaica, che divideva l’aldilà in modo schematico (felicità per i buoni e sofferenza per i cattivi). Introduce invece un sistema più raffinato e personalizzato:
- Ogni anima è giudicata non per ciò che appare al momento della morte, ma per ciò che ha realmente fatto nel corso della vita.
- La giustizia è proporzionata e individualizzata, tenendo conto delle complessità dell’esistenza umana.
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Messaggio filosofico
Il mito del Gorgia veicola alcuni insegnamenti centrali della filosofia platonica:
- La vera giustizia non si basa sulle apparenze o sul potere, ma sulla verità dell’anima.
- Ogni essere umano è responsabile delle proprie azioni, che saranno giudicate in modo imparziale e proporzionato.
- La filosofia, come guida morale, prepara l’anima al confronto con la giustizia divina, liberandola da apparenze e pregiudizi.
Il mito del Gorgia rappresenta una riflessione sulla giustizia divina come ideale assoluto. Attraverso l’aldilà, Platone invita i suoi lettori a vivere una vita giusta e autentica, orientata al bene, poiché solo così sarà possibile affrontare con serenità il giudizio finale.
SCHEMA VISIVO
I Miti di Platone spiegati da Bassaparola
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Mito della caverna: Descrive prigionieri incatenati in una caverna che vedono solo ombre, simboleggiando l’illusione del mondo sensibile rispetto alla realtà delle idee.
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Mito della biga alata: Rappresenta l’anima come una biga trainata da due cavalli, uno bianco e uno nero, illustrando il conflitto tra ragione e passioni.
- Il mito dei Giardini di Adone è menzionato nel dialogo “Fedro” di Platone, dove viene utilizzato come metafora per illustrare la differenza tra la comunicazione scritta e quella orale.
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Mito di Er: Narra di Er, un guerriero che, dopo la morte, osserva il destino delle anime nell’aldilà, evidenziando la giustizia e la reincarnazione.
- Il mito dei due cicli: Nel Politico, Platone inserisce un mito che descrive il movimento ciclico dell’universo e le sue ripercussioni sull’umanità.
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Mito di Eros: Presenta Eros come figlio di Poros (abbondanza) e Penia (povertà), simboleggiando il desiderio umano di colmare le proprie mancanze attraverso l’amore.
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Mito di Atlantide: Racconta di una potente isola-civiltà scomparsa a causa della sua corruzione, servendo da monito contro la decadenza morale.
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Mito dell’androgino: Descrive esseri originari con entrambi i sessi, divisi da Zeus, spiegando il desiderio umano di ricongiungimento nell’amore.
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Mito dell’anello di Gige: Un pastore trova un anello che lo rende invisibile, sollevando questioni sulla moralità e la giustizia in assenza di conseguenze.
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Mito del Demiurgo: Introduce un artigiano divino che plasma l’universo ordinando il caos secondo modelli eterni, rappresentando l’ordine cosmico.
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Mito delle cicale: Narra di cicale originariamente uomini, trasformati per la loro dedizione al canto, simboleggiando la contemplazione e l’arte.
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Mito di Teuth: Racconta dell’inventore Teuth che presenta la scrittura al faraone, il quale ne critica l’impatto sulla memoria, riflettendo sull’uso delle tecnologie.
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Il mito di Prometeo: Prometeo, per salvare l’uomo, decide di rubare agli dèi il fuoco e l’abilità tecnica (donati da Efesto e Atena). Grazie a questo dono, l’uomo diventa homo faber, padrone della tecnica e del progresso.
- Il mito del giudizio delle anime: Nel finale del Gorgia, Socrate presenta un mito che esplora il tema della giustizia divina e del destino delle anime dopo la morte. Pur riconoscendo che possa sembrare un racconto mitologico, Platone lo usa per esprimere una verità morale e filosofica sulla giustizia e la responsabilità umana.
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