HomeMitologia grecaAiace Telamonio: il guerriero dimenticato dell'Iliade

Aiace Telamonio: il guerriero dimenticato dell’Iliade

Chi era Aiace Telamonio? Scopri la sua storia, il suo ruolo in battaglia e il tragico epilogo del suo mito.  

📜 INDICE AIACE TELAMONIO

Aiace Telamonio: la nascita di un eroe

La nascita di Aiace Telamonio fu benedetta da Eracle stesso. Un giorno, ospite a pranzo da Telamone e dalla moglie Peribea, incinta, l’eroe fece un brindisi al padre Zeus chiedendogli di donare loro un figlio invulnerabile, come lui lo era grazie alla pelle del leone di Nemea.
Zeus accolse la richiesta inviando un’aquila reale a sorvolare il banchetto: un segno inequivocabile della sua approvazione.
Poco dopo, Peribea fu colta dalle doglie. Eracle avvolse il neonato nella magica pelle del leone, dimenticandosi però di coprirgli le ascelle, che rimasero il suo unico punto debole. Non solo Achille aveva il suo famoso tallone: anche Aiace Telamonio aveva le ascelle vulnerabili.

Aiace Telamonio: un guerriero temuto e rozzo

Aiace Telamonio crebbe rapidamente diventando un combattente straordinario, ma di modi raffinati neanche l’ombra. Con la moglie Tecmessa non brillava certo per gentilezza, e il suo unico vero amore sembravano essere le armi.

Il suo scudo era leggendario: sette strati di pelle bovina rinforzati da una lamina di bronzo, tanto largo da proteggere anche il fratello Teucro, l’arcere che si nascondeva dietro di lui per scoccare frecce micidiali.
Tra i troiani, Aiace era secondo solo ad Achille per forza e terrore incusso, e Agamennone gli affidò il comando di metà dell’esercito acheo.

La superbia e l’ira degli dei

Come spesso accade negli eroi della mitologia, la grandezza di Aiace fu anche la sua rovina.
La dea Athena non gli perdonò mai la sua superbia: anni prima, alla partenza per Troia, Telamone gli aveva raccomandato di contare sugli dèi, ma Aiace aveva risposto sprezzante che chiunque poteva vincere con l’aiuto divino.
In battaglia poi, mentre Athena stessa lo aiutava, l’eroe osò insultarla dicendo che dove combatteva lui non serviva l’intervento degli dèi. Un’offesa imperdonabile.

Il verdetto che spezzò Aiace

Alla morte di Achille, Teti ordinò che le sue armi andassero al più valoroso degli Achei. I contendenti furono Aiace e Ulisse.
La giuria, spinta dall’ira di Athena, assegnò le armi a Ulisse.
Per Aiace fu un’umiliazione insostenibile: protestò, gridò, ma tutto fu inutile.
Accecato dalla rabbia, nella notte credette di vendicarsi sulla giuria massacrando bestiame, e arrivò perfino a scambiare un montone per Ulisse, uccidendolo.

Quando Athena dissolse l’illusione, Aiace si trovò circondato da una strage di animali. Vergognandosi a morte, corse disperato fino a una baia solitaria.

Il tragico suicidio

Lì, piantata la spada nella sabbia con la punta rivolta verso l’alto, Aiace si gettò sopra, trafiggendosi proprio sotto l’ascella, l’unico suo punto vulnerabile.
La leggenda racconta che, nel punto in cui il sangue toccò la terra, nacque un fiore purpureo, sul quale si potevano leggere le lettere che componevano il suo nome: Aiace, della stirpe di Eaco.

Il mito di Aiace Telamonio ci parla di forza, orgoglio e caduta. Un gigante capace di imprese leggendarie ma sconfitto dalla sua stessa arroganza e dal disprezzo degli dei.

🔱I protagonisti dell’Iliade raccontati da Bassaparola:

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