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Pentesilea, la Regina delle Amazzoni: il duello mortale con Achille nella mitologia greca

Scopri il mito di Pentesilea, la regina delle Amazzoni maledetta da Afrodite, il suo duello con Achille e la tragica fine narrata tra leggenda, amore e morte nella guerra di Troia.

Pentesilea e la maledizione di Afrodite

Pentesilea, figlia di Ares, portava su di sé una terribile condanna: quella di piacere troppo agli uomini. La leggenda racconta che, ancora adolescente, offese – in modo non del tutto chiaro – la dea Afrodite, la quale, per vendetta, la maledisse. Da quel momento, ogni uomo che posava lo sguardo su di lei, anche solo per un istante, non poteva più resistere al desiderio di possederla.

Costretta a difendersi, Pentesilea si costruì un’armatura che la copriva interamente, per sottrarsi agli sguardi e vivere senza paura.

L’ascesa di Pentesilea: regina delle Amazzoni

Chi erano le Amazzoni? Le Amazzoni non erano solo leggenda. Nella storia antica, forze armate femminili non erano rare: quando gli uomini di una città venivano sterminati, erano le donne a prendere le armi.

Tra le Amazzoni più celebri ricordiamo Ippolita, Antiope, Efesinia, Melodia, Mirina e Ipsile.

La loro patria? Secondo alcune fonti, il Caucaso; secondo altre, la Tracia. Divinità prediletta: Artemide, ma tutte si dichiaravano figlie di Ares.

Le tradizioni guerriere delle Amazzoni

Di loro si diceva che:

  • si accoppiassero con schiavi;

  • uccidessero i neonati maschi;

  • si tagliassero la mammella destra per tendere meglio l’arco;

  • montassero i cavalli direttamente sul dorso, senza sella.

Un’abitudine quest’ultima sconosciuta agli Achei, i cui cavalli erano piccoli e usati solo per trainare carri.

La battaglia di Troia e l’arrivo delle Amazzoni

Dopo la morte di Ettore, Pentesilea e le sue Amazzoni comparvero all’improvviso sulla piana di Troia, per rinvigorire le forze troiane ormai allo stremo.

Visti da lontano, questi guerrieri a cavallo sembrarono mostruosi: donne-centauro che seminavano il panico. Ma avvicinandosi, i Greci compresero la vera natura dei nuovi avversari.

Lo scontro tra Achille e Pentesilea

Achille, senza timore, si lanciò contro la regina delle Amazzoni. Lo scontro fu violento: Achille trafisse Pentesilea sopra il seno destro.

La guerriera, pur colpita, tentò di resistere, ma il Pelide infierì nuovamente, ponendo fine alla sua vita.

Pentesilea cadde a terra, morente, abbandonandosi alla polvere della battaglia. Secondo l’usanza, Achille spogliò la caduta nemica delle sue armi. Ma appena tolto l’elmo, il volto di Pentesilea gli apparve: bellissimo, intatto nonostante la morte. Colpito da un desiderio irrefrenabile, Achille la possedette anche nella morte, vittima della maledizione di Afrodite.

Pentesilea tra mito e leggenda

Dante e la collocazione di Achille

Forse anche per questo atto, Dante Alighieri, nella Divina Commedia, colloca Achille tra i lussuriosi – non tra i violenti – accanto a Cleopatra, Elena, Paride e Tristano. Virgilio gli indica Achille con le parole: “e vedi il grande Achille che per amor venne alla fine”.

La versione alternativa: Pentesilea vincitrice

Secondo un’altra versione del mito, sarebbe stata Pentesilea a vincere il duello contro Achille, facendolo prigioniero e liberandolo solo dopo averlo fatto innamorare di sé.

La vendetta di Achille contro Tersite

Tersite, il più brutto e petulante tra i Greci, assistette all’orribile scena. Senza pudore, prese a deridere Achille per il suo atto contro la regina morta. Achille, furioso, lo colpì con un pugno tremendo, uccidendolo sul colpo. Così anche Tersite trovò una fine miserabile sulla polverosa piana di Troia.

🔱I protagonisti dell’Iliade raccontati da Bassaparola:

📚 Letture consigliate:

  • I migliori libri sulla storia e cultura della Grecia Antica. Guida completa.
  • H. Lynn – Il mistero delle Amazzoni L’antica città di Temiscira ha una sovrana leggendaria: Ippolita, regina delle amazzoni. Il suo è un popolo di guerriere, temute in tutta la Grecia per lo straordinario valore in battaglia: si dice che sottomettano gli uomini e li utilizzino per la procreazione, che si amputino il seno destro per tirare meglio con l’arco e siano formidabili a cavalcare e con le armi. 
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