HomeMitologia grecaMemnone, figlio dell'Aurora: leggenda del guerriero invincibile

Memnone, figlio dell’Aurora: leggenda del guerriero invincibile

Scopri l’epico arrivo di Memnone a Troia, il suo duello con Achille e il dolore eterno di Eos. Un racconto avvincente di eroismo, tragedia e mito immortale.

L’arrivo di Memnone a Troia

Superato il dolore per la perdita di Ettore, i Troiani tentarono una disperata resistenza. Chiamarono in aiuto le truppe alleate, tra cui un poderoso contingente di Etiopi guidati dal re Memnone. Questo giovane e affascinante eroe, dalla pelle nera come la pece e dagli occhi azzurri, era figlio di Eos, la dea dell’Aurora, e di un fratello di Priamo.

Secondo Diodoro Siculo, Memnone giunse con un esercito imponente: 20.000 fanti e 200 carri da guerra. Alla vista delle nuove forze, l’intera pianura si riempì di soldati e vessilli, riaccendendo nei Troiani la speranza di vittoria. Priamo, fiducioso nel valore del nipote, sperava che Memnone potesse colmare il vuoto lasciato da Ettore.

Il valore di Memnone in battaglia

Memnone guidava i suoi uomini con fierezza, sfoggiando una splendida armatura forgiata da Efesto, il divino fabbro degli dei. Il popolo di Troia lo accolse con entusiasmo, e presto il giovane re dimostrò il suo valore in battaglia, abbattendo un guerriero greco dopo l’altro con straordinaria ferocia.

Tra coloro che cercarono di fermarlo ci fu Antiloco, giovane figlio di Nestore. Sebbene coraggioso, non poté nulla contro la forza sovrumana di Memnone, che lo trafisse con la lancia, proseguendo nel massacro fino al calare della sera.

La sfida ad Aiace e l’arrivo di Achille

Durante la notte, i Greci si riunirono per stabilire come affrontare il nuovo campione. Decisero che sarebbe stato Aiace Telamonio a sfidare Memnone all’alba. I due eroi ingaggiarono un duello violento e spettacolare.

Nel frattempo, la dea Teti corse da Achille per annunciargli la morte di Antiloco. Achille, travolto dal dolore e dalla sete di vendetta, irruppe sul campo di battaglia, intimando ad Aiace di farsi da parte, pronto a sfidare personalmente Memnone.

Il duello tra Achille e Memnone

Il duello tra Achille e Memnone fu epico. I due, resi fortissimi da Zeus, si scontrarono con violenza sovrumana. Scudi e elmi cozzavano in un fragore assordante: sembravano due dei in guerra, più che semplici uomini.

Alla fine, Achille colpì Memnone alla gola, nell’unico punto non protetto dalla sua armatura, uccidendolo. Il giovane re etiope cadde, e la sua morte gettò nel dolore più profondo la madre Eos.

Il lutto di Eos e la nascita dei Memnonidi

Secondo la leggenda, Eos non smise mai di piangere la perdita del figlio, e le sue lacrime si trasformarono nella rugiada del mattino.

Il poeta Ovidio, nelle Metamorfosi, racconta come Eos implorò Zeus di concedere onori funebri degni del suo figlio divino. Zeus accolse la sua preghiera e trasformò in uccelli, chiamati Memnonidi, le donne che avevano pianto Memnone.

Durante la cerimonia, questi uccelli compivano tre giri intorno alla pira funebre prima di gettarsi nel fuoco, rinnovando ogni anno il rito in memoria dell’eroe caduto.

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