Riassunto sesto libro dell’Iliade – La sfida tra eroi e la tregua dei sepolcri
Con il ritorno di Ettore e Paride sul campo di battaglia, il conflitto tra Achei e Troiani si riaccende con ferocia. Tuttavia, gli dei decidono di intervenire: Atena e Apollo, volendo porre fine momentanea al massacro, orchestrano una tregua temporanea proponendo un duello tra campioni per interrompere il flusso di sangue.
Ettore si fa avanti come sfidante, pronto ad affrontare chiunque tra gli Achei osi opporsi. Menelao è il primo a rispondere, ma viene dissuaso da Agamennone, consapevole della disparità tra i due combattenti. È il vecchio Nestore, ormai troppo avanti negli anni per combattere, a infiammare l’orgoglio dei guerrieri achei con un appassionato discorso. Alla fine, sono in nove a offrirsi per il duello, e la sorte decide: sarà Aiace Telamonio a rappresentare gli Achei.
Il duello tra Aiace ed Ettore è epico ma inconcludente. Si scambiano lanci di giavellotto e colpi di lancia: Aiace riesce perfino a ferire Ettore, ma nessuno dei due ha la meglio. Proprio mentre si preparano a scontrarsi con la spada, arrivano i messaggeri, inviati dagli dei, per fermare il combattimento con il calar della notte. I due guerrieri si scambiano doni in segno di rispetto e concludono il duello con un patto d’amicizia.
Durante la notte, Nestore propone agli Achei di chiedere una tregua per seppellire i caduti e di erigere una fortificazione intorno al campo per proteggersi meglio. Dall’altra parte, anche Priamo convoca il consiglio troiano per onorare i propri morti. In questo frangente, Antenore consiglia a Paride di restituire Elena per porre fine alla guerra. Paride si rifiuta, ma si dice disposto a restituire i beni sottratti con lei da Sparta. Gli Achei, però, fiutano la debolezza nell’offerta e la respingono.
Tuttavia, entrambe le fazioni concordano almeno su un punto: osservare una giornata di tregua per dare degna sepoltura ai caduti. Mentre gli uomini piangono i compagni perduti, gli dei – Zeus e Poseidone – osservano con distacco i lavori degli Achei, già decisi a distruggere quelle nuove mura non appena gli uomini avranno abbandonato il campo.