HomeMitologia grecaIliadeRiassunto dell'ottavo libro dell'Iliade

Riassunto dell’ottavo libro dell’Iliade

Nell’ottavo libro dell’Iliade, il tono epico si fa più cupo e il destino degli Achei entra in una fase critica. Zeus, supremo tra gli dei, decide di vietare agli altri olimpici qualsiasi interferenza nella guerra tra Greci e Troiani. Salito sul Monte Ida, osserva il campo di battaglia e pone su una bilancia divina i destini delle due fazioni: il piatto acheo sprofonda, segno di un’imminente disfatta.

A seguito di un potente fulmine inviato da Zeus, il panico si diffonde tra le fila greche. I Troiani, guidati da Ettore, colgono l’occasione per colpire duramente. In un momento cruciale, Diomede salva l’anziano Nestore rimasto isolato, ma la pressione dei Troiani continua. Ettore, galvanizzato, vuole spingersi fino alle navi greche per darle alle fiamme. Le navi, simbolo della speranza di ritorno in patria, rappresentano il futuro stesso della civiltà achea: se andassero distrutte, i migliori guerrieri e re di tutta la Grecia resterebbero bloccati su suolo nemico, forse per sempre.

Vedendo i Greci in seria difficoltà, Era spinge Agamennone a motivare le truppe. Le sue parole accorate risvegliano l’orgoglio degli uomini, e una visione divina – un’aquila con un cerbiatto tra gli artigli – rinnova la speranza tra le file achee. Per un momento, i Greci sembrano poter resistere.

L’arciere Teucro riesce a infliggere molte perdite tra i Troiani, ma Ettore lo ferisce gravemente, e l’inerzia della battaglia torna a favorire i Troiani. Era e Atena, frustrate dall’impotenza, sono pronte a violare il divieto di Zeus e intervenire direttamente, ma la messaggera Iris le ferma in tempo, ricordando loro il potere incontrastato del dio supremo. Costrette, le due dee si ritirano sull’Olimpo.

Zeus dichiara che il giorno successivo sarà decisivo per le sorti degli Achei e lascia intendere che solo Achille potrà evitare la loro distruzione. Questo segna un punto di svolta nella narrazione: finora abbiamo visto gli effetti della sua ira; presto assisteremo alla sua vendetta in battaglia.

L’ottavo libro rappresenta un cambiamento importante nella guerra: i Troiani non vogliono più solo difendersi, ora vogliono vincere. Ettore e i suoi uomini, invece di tornare dentro le mura di Troia, decidono di accamparsi fuori, accendendo centinaia di fuochi per sorvegliare i Greci anche durante la notte. È chiaro che intendono concludere la guerra presto e con una vittoria.

Valori greci in tempo di guerra

Tra duelli e sangue, emergono anche alcuni aspetti profondamente umani della cultura greca antica. Lo scontro tra Ettore e Aiace nel settimo libro si conclude con uno scambio di doni e un rispetto reciproco: un gesto che testimonia l’importanza dell’onore personale, anche tra nemici. Allo stesso modo, la tregua per dare degna sepoltura ai caduti mostra il rispetto per i rituali religiosi e per l’anima dei defunti. Senza un rito adeguato, secondo la tradizione greca, lo spirito non poteva trovare pace nell’Ade.

L’ottavo Libro dell’Iliade segna l’inizio di una crisi profonda per gli Achei e prepara il terreno per il ritorno in scena di Achille. La narrazione si fa più intensa, i valori e i simboli emergono con forza, e la guerra, da semplice contesa tra eserciti, diventa un campo di prova per il destino, la religione e l’onore.

-> riassunto e analisi del settimo libro

 

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