HomeMitologia grecaEracleLa dodicesima fatica di Eracle: le mele delle Esperidi

La dodicesima fatica di Eracle: le mele delle Esperidi

Qual’è la dodicesima fatica di Ercole? La storia delle mele delle Esperidi

Tra le imprese leggendarie dell’eroe greco Eracle, la dodicesima occupa un posto speciale per fascino e mistero: la ricerca delle mele d’oro custodite nel giardino delle Esperidi. Questi frutti magici, dono di nozze di Gea a Zeus e Era, promettevano eternità e immortalità a chi li possedeva.

Un giardino ai confini del mondo

Secondo il mito, Era aveva fatto piantare i semi delle mele in un giardino remoto, oltre l’Oceano, in una regione difficilmente raggiungibile. Lì vivevano le Esperidi, ninfe figlie della Notte, che custodivano gli alberi assieme al drago Ladone, un serpente colossale e vigile. Il luogo si trovava vicino alla dimora di Atlante, il titano condannato a reggere le colonne celesti.

La missione affidata da Euristeo

Euristeo, re di Micene, ordinò a Eracle di recuperare i frutti. Ma l’eroe non conosceva la posizione esatta del giardino. Il viaggio si trasformò così in un’avventura epica: attraversò terre lontane, sconfisse il guerriero Cicno, consultò le ninfe del fiume Eridano e, su loro consiglio, affrontò il vecchio dio marino Nereo, riuscendo a strappargli la preziosa informazione.

Il percorso verso il giardino lo condusse in Africa e in Oriente. Lì affrontò giganti come Anteo in Libia e Busiride in Egitto, fino a liberare il titano Prometeo nel Caucaso, uccidendo l’aquila che gli divorava il fegato.

L’astuzia contro Atlante

Quando infine raggiunse Atlante, Eracle propose un patto: il titano avrebbe preso le mele al posto suo, in cambio dell’onere di reggere temporaneamente le colonne del mondo. Atlante accettò, ma una volta tornato con i frutti, tentò di tenerseli, proponendo di portarli lui stesso a Euristeo. Eracle, fingendo di acconsentire, chiese solo un attimo di pausa per sistemarsi meglio il carico: fu così che restituì a sorpresa le colonne al titano e si allontanò con le mele.

Il ritorno a Micene

Portati i frutti a Euristeo, quest’ultimo li donò allo stesso Eracle, che però li affidò alla dea Atena. La dea, rispettosa dell’ordine divino, li riportò nel giardino delle Esperidi, garantendo che nessun mortale ne abusasse.

Questa impresa simboleggia non solo la forza e la resistenza di Eracle, ma anche la sua intelligenza strategica. È una storia di coraggio, ingegno e rispetto per le leggi divine, che ha attraversato i secoli affascinando artisti, scrittori e studiosi.

> Quali sono le dodici fatiche di Ercole?

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