Qual è la decima fatica di Ercole? Il racconto dei buoi di Giasone
Tra le imprese leggendarie di Eracle, la decima fatica lo condusse ai confini estremi del mondo conosciuto. Il compito, affidatogli da Euristeo, era tanto semplice da enunciare quanto difficile da portare a termine: impossessarsi della mandria di splendidi buoi dal manto rosso appartenenti a Gerione, una creatura mostruosa con tre corpi e tre teste, signore dell’isola di Eritea.
Le colonne di Eracle
Per raggiungere la lontana Eritea, Eracle dovette attraversare terre e mari ignoti. Superò l’Europa e approdò in Africa, dove – secondo il mito – innalzò due imponenti colonne ai lati dello stretto che separa i due continenti. Queste, passate alla storia come Le Colonne d’Eracle, segnavano per gli antichi la fine del mondo conosciuto.
L’ausilio del sole
Il viaggio non era però finito: Eritea si trovava oltre l’oceano, e l’eroe chiese al dio Sole un mezzo per attraversarlo. Gli fu donata una coppa d’oro, capace di trasportarlo sulle acque. Equipaggiato e determinato, Eracle affrontò tempeste e pericoli fino a raggiungere l’isola.
Lo scontro con i guardiani
A difendere la mandria c’erano Eurizione, il pastore, e Orto, un cane mostruoso con due teste e una coda di serpente. Eracle li sconfisse entrambi, aprendo la via al confronto diretto con Gerione. Lo scontro fu breve ma letale: una sola freccia dell’eroe pose fine alla vita del temibile mostro.
Il ritorno e gli ostacoli
Con la mandria finalmente in suo possesso, Eracle intraprese la via del ritorno. Il viaggio fu tutt’altro che tranquillo: banditi, giganti e re ostili tentarono di rubargli il prezioso bottino. Tra gli episodi più celebri si ricorda l’incontro con Caco, il brigante italico che cercò di sottrargli i buoi, e la lotta contro il gigante Anteo in Libia.
Il trionfo
Nonostante ogni difficoltà, Eracle riuscì a riportare i buoi a Micene, consegnandoli a Euristeo e completando così la sua decima fatica. Questa impresa, che univa forza, astuzia e resistenza, rimase nella memoria collettiva come uno dei viaggi più avventurosi e simbolici dell’eroe: un cammino verso l’ignoto, fino ai confini stessi del mondo.