HomeMitologia grecaEracleLa sesta fatica di Eracle: le stalle di Augia

La sesta fatica di Eracle: le stalle di Augia

Qual è la sesta fatica di Eracle? il racconto della pulizia delle stalle di Augia.

Tra le dodici leggendarie fatiche di Eracle, ce n’è una che si distingue per la sua natura apparentemente umile, ma incredibilmente ingegnosa: la pulizia delle stalle del re Augia. A prima vista, può sembrare un compito banale per un eroe capace di affrontare leoni, idre e mostri infernali. Ma questa impresa si rivelò una prova di astuzia, perseveranza e anche conflitto morale.

Un re tra ricchezze e… letame

Augia era il sovrano di Elide, una terra fertile e prospera, resa ancora più famosa per le immense mandrie di buoi e greggi di pecore che vi pascolavano. Le sue ricchezze erano tanto vaste da avergli fatto costruire una tesoreria impenetrabile. Tuttavia, questa abbondanza aveva un prezzo: il letame prodotto dagli animali si accumulava da anni nelle stalle, senza che nessuno riuscisse a pulirle.

Il fetore era insopportabile e il problema così esteso da sembrare irrisolvibile. Nessun servo era in grado di affrontare il compito, e nemmeno il re sembrava intenzionato a farlo. Fu proprio questa situazione disperata a trasformarsi in una trappola tesa da Euristeo per mettere in ridicolo Eracle.

L’inganno di Euristeo

Euristeo, il re che aveva imposto a Eracle le dodici fatiche, ordinò all’eroe di pulire da solo, e in un solo giorno, le stalle di Augia. L’obiettivo era umiliarlo con un lavoro ritenuto degradante per un semidio. Ma Eracle, fedele al suo spirito pratico e intelligente, non si perse d’animo.

Giunto a Elide, propose un patto ad Augia: avrebbe ripulito tutte le stalle in un solo giorno, in cambio di una decima parte del bestiame. Il re, sicuro che fosse impossibile, accettò, ma inviò suo figlio Fileo come testimone.

L’ingegno dell’eroe

Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, Eracle non prese pala e secchio. Invece, scavò un ampio canale che collegava le stalle al vicino fiume Alfeo. Una volta deviate le acque, la corrente fece il lavoro sporco: in poche ore, tutto il letame venne trascinato via, lasciando le stalle perfettamente pulite.

Un’impresa riuscita, un risultato eccezionale, ma non per tutti…

Tradimenti e verità

Quando Augia scoprì che il compito era stato imposto da Euristeo e che Eracle voleva la ricompensa pattuita, si rifiutò di onorare l’accordo. Ne nacque una disputa, e fu il figlio Fileo – testimone della promessa – a sostenere Eracle, condannando l’ingiustizia del padre.

Furioso, Augia esiliò sia Fileo che l’eroe. Fileo si rifugiò a Dulichio, mentre Eracle tornò a Micene. Ma anche qui trovò un altro rifiuto: Euristeo, venuto a sapere che Eracle non aveva usato solo la forza delle proprie braccia, decise di non riconoscere questa impresa come valida tra le dodici fatiche.

Una prova di ingegno, non di forza

La pulizia delle stalle di Augia non fu solo un esercizio di potenza, ma una dimostrazione di ingegno e giustizia. Eracle affrontò una sfida che nessuno avrebbe voluto, e ne uscì vittorioso con astuzia e determinazione. Anche se non venne ufficialmente riconosciuta come “valida”, questa fatica resta una delle più memorabili del mito.

-> Quali sono le dodici fatiche di Ercole?

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