Qual è la terza fatica di Eracle? Il racconto del cinghiale di Erimanto
Tra le leggendarie fatiche di Eracle, una delle più affascinanti riguarda la cattura del feroce cinghiale di Erimanto. Questo possente animale seminava il terrore nella regione dell’Arcadia, in particolare nei pressi del monte Erimanto e nella città di Psofide. Per porre fine alla minaccia, il re Euristeo ordinò a Eracle di catturarlo vivo, una missione tutt’altro che semplice.
Il cinghiale era enorme e aggressivo, dotato di zanne affilate e di una forza devastante. Per evitare un confronto diretto troppo rischioso, Eracle scelse una strategia diversa: inseguire e sfiancare la bestia fino a renderla innocua. Quando finalmente lo trovò nel suo rifugio, l’eroe lo spaventò con potenti urla, costringendolo alla fuga. La corsa del cinghiale si protrasse lungo i pendii innevati del monte, ma alla fine, esausto, l’animale cedette.
Con grande abilità, Eracle si avvicinò, legò le zampe della creatura e la trasportò a Micene. Lì, il re Euristeo, vedendolo, fu colto da tale terrore che si nascose dentro un grande recipiente di bronzo. Questo momento è stato spesso raffigurato nell’arte antica, in particolare sui vasi greci.
Secondo alcune versioni della leggenda, Eracle uccise in seguito il cinghiale e ne indossò la pelle, come già aveva fatto con quella del leone di Nemea. In un’altra variante, invece, il trofeo venne donato al suo compagno Ila. Esiste anche un racconto alternativo in cui Eracle non cattura l’animale vivo, ma lo uccide trafiggendolo con la spada.
Questo episodio non solo mette in luce l’astuzia e la forza dell’eroe, ma sottolinea anche come il mito greco unisca coraggio, strategia e un pizzico di ironia nel raccontare le imprese dei suoi protagonisti.