Riassunto e analisi del secondo Libro dell’Iliade – Il sogno di Agamennone
Nel secondo libro dell’Iliade, Omero ci conduce nel cuore delle dinamiche psicologiche e strategiche della guerra di Troia, inaugurando una nuova fase del poema. Tutto inizia con l’intervento diretto di Zeus, che pur cercando di mantenersi neutrale, si era deciso a sostenere i Troiani come promesso a Teti, madre di Achille. Il dio invia un sogno ingannevole al re Agamennone, assumendo l’aspetto del saggio Nestore: lo convince che è arrivato il momento di sferrare l’attacco decisivo contro le mura di Troia.
Convinto di essere guidato da una volontà divina, Agamennone raduna le truppe greche, ma prima mette alla prova il loro spirito. Dichiara falsamente di voler rinunciare alla guerra e tornare in patria. La risposta è sconfortante: gli uomini accolgono con entusiasmo l’idea della partenza e corrono verso le navi.
Questo momento segna un punto critico. Era, preoccupata per la sorte degli achei, invia Atena a fermare la fuga. La dea ispira Ulisse, l’oratore più abile tra i greci, che riesce a richiamare i soldati con parole piene di orgoglio e ammonimenti. Ricorda loro la profezia dell’indovino Calcante: quando l’esercito si era radunato nove anni prima, un serpente aveva divorato nove passeri, segno che la guerra sarebbe durata nove anni prima della conquista di Troia. Quel tempo, ora, è vicino alla fine.
Grazie all’intervento di Ulisse e alla saggezza di Nestore, Agamennone organizza finalmente le truppe secondo le città d’origine e i legami familiari, rafforzando la coesione e il morale dell’esercito. Questa decisione introduce uno degli episodi più celebri e monumentali del poema: il catalogo delle navi.
Omero si rivolge alle Muse per ottenere ispirazione e inizia un lungo elenco dei contingenti greci: le città che hanno inviato guerrieri, il numero di navi, i nomi dei comandanti. In questa sezione, apparentemente prolissa agli occhi moderni, si nasconde un elemento fondamentale per il pubblico antico: ogni ascoltatore poteva ritrovare le radici eroiche della propria città, sentendosi parte di un’impresa epica collettiva. Il catalogo è, in effetti, un inno all’unità greca, alla gloria condivisa di un popolo che si è stretto attorno a una causa comune.
Dopo l’inventario delle forze achee, Zeus manda un messaggero anche ai Troiani, avvertendoli della potenza nemica in arrivo. Sotto il comando del principe Ettore, i Troiani si preparano allo scontro. Anche le loro forze vengono presentate con un altro catalogo, che introduce i principali leader troiani in vista dei combattimenti futuri.
Un passaggio cruciale nell’epica
Il secondo Libro segna il vero inizio del conflitto nel poema. Abbiamo già incontrato i due protagonisti principali, Agamennone e Achille, ma qui iniziamo a comprendere l’importanza delle figure di contorno: Ulisse, saggio e astuto, capace di dominare le parole e gli animi; Nestore, vecchio e prudente, che usa l’esperienza come guida.
La momentanea fuga verso le navi non è solo un colpo di scena narrativo, ma un dispositivo che serve tre scopi fondamentali: mostrare quanto il morale degli achei sia fragile dopo anni di guerra; esaltare la futura vittoria greca, che risulterà ancora più gloriosa vista la profondità della crisi iniziale; e infine offrire al poeta l’occasione per esaltare l’intero mondo greco, ricordando la partecipazione di ogni regione, anche la più piccola.
In conclusione, il secondo libro dell’Iliade non è solo una preparazione al conflitto imminente. È una celebrazione della memoria, del coraggio collettivo e del potere della parola. Con la guida degli dèi e la voce degli eroi, il destino della guerra prende forma.