Scopri la figura mitologica di Leto, la Titanide madre di Apollo e Artemide: dea della maternità, della modestia e simbolo di forza silenziosa nella mitologia greca.
Genitori | Coeus e Phoebe |
Marito | Zeus |
Dea di | Maternità, modestia |
Dimora | Monte Olimpo |
Simboli | Velo |
Animali Sacri | Gallo, mangusta |
Alberi Sacri | Palma |
Nome Romano | Latona |
INDICE LETO
- Scopri la figura mitologica di Leto
- Origini e famiglia di Leto
- La fuga e il parto
- Leto: dea della maternità e della modestia
- Leto e le acque sacre: il mito della Licia
- Leto e il gigante Tizio
- Leto: il potere del silenzio
Scopri la figura mitologica di Leto
Leto, conosciuta in latino come Latona, è una figura fondamentale del pantheon greco, pur rimanendo spesso in secondo piano rispetto ad altri dei dell’Olimpo. Figlia dei Titani Ceo (Koios) e Febe (Phoibe), e sorella della misteriosa Asteria, Leto appartiene alla generazione divina anteriore agli dei olimpici. È soprattutto ricordata come madre dei gemelli Apollo e Artemide, avuti da Zeus, ma il suo culto e la sua mitologia offrono spunti più ricchi: dea della maternità, protettrice dei giovani e simbolo di modestia e resistenza.
Origini e famiglia di Leto: una titanide gentile
Secondo la Teogonia di Esiodo, Leto è “mite fin dall’inizio, la più gentile tra tutti gli dei immortali”. Il suo nome, Leto (Λητώ), è etimologicamente oscuro: alcuni lo collegano al verbo greco lathô (“essere nascosto”), altri al termine licio lada (“donna”). Questa ambiguità riflette la sua natura enigmatica, associata sia alla notte che alla luce nascente.
Dall’unione con Zeus, Leto genera due tra le divinità più importanti dell’Olimpo: Apollo, dio del sole, della musica e della profezia, e Artemide, dea della caccia, della luna e della castità. Entrambi, come la madre, sono legati all’infanzia e alla protezione dei giovani.
La fuga e il parto
Il momento centrale del mito di Leto è il suo travagliato parto. Era, gelosa del tradimento di Zeus, perseguita Leto ovunque, impedendole di trovare un luogo dove partorire. La terra, il cielo e il mare la rifiutano per paura dell’ira di Era. Soltanto una piccola isola galleggiante, Asteria (poi chiamata Delo), accoglie Leto.
Lì, tra palme e rocce, dopo nove giorni di doglie, Leto dà alla luce Artemide, la quale, appena nata, aiuta la madre a far nascere il gemello Apollo. Secondo il Inno Omerico ad Apollo, al momento della nascita “tutta Delos si coprì d’oro”. Da allora, l’isola divenne sacra e fu proibito nascervi o morirvi: la maternità di Leto aveva trasformato quel lembo errante di terra in centro del mondo sacro.
Leto: dea della maternità e della modestia
Leto rappresenta la maternità sacra, il coraggio silenzioso e la pazienza. Nei vasi greci è spesso raffigurata con un gesto di pudore, il velo sollevato, accanto ai suoi due figli. È una madre amorevole ma anche fiera e vendicativa, come dimostrano le storie in cui difende la propria dignità o quella dei suoi figli.
Un celebre episodio è quello di Niobe, regina di Tebe, che osò vantarsi di avere più figli di Leto e schernire la sua maternità “limitata”. Come punizione, Apollo e Artemide uccisero tutti i figli di Niobe, lasciandola sola a piangere fino a trasformarsi in una roccia che ancora oggi, si dice, trasuda lacrime.
Leto e le acque sacre: il mito della Licia
Dopo il parto, Leto si recò nella regione della Licia per lavare i neonati nel fiume Xanto. Qui, secondo Ovidio e Antonino Liberale, i contadini locali le negarono l’acqua. Offesa e assetata, la dea li trasformò in rane, condannandoli a vivere per sempre tra fango e stagni. Questo mito riflette il tema ricorrente dell’arroganza umana punita dalla divinità.
Leto e il gigante Tizio e la difesa materna
Leto è anche protagonista del mito del gigante Tizio, che cercò di violentarla mentre si recava a Delfi. I suoi figli, Apollo e Artemide, accorsero in suo aiuto e lo uccisero con le frecce. Nell’Odissea, Tizio è visto tra i dannati dell’Ade, eternamente dilaniato da avvoltoi. Il mito sottolinea la protezione reciproca tra madre e figli, e il potere punitivo di Leto, spesso sottovalutato.
Leto fu venerata in vari luoghi del mondo greco: a Delo, ovviamente, ma anche in Licia, a Megara, ad Argo e in Macedonia. Tuttavia, il suo culto era quasi sempre legato a quello di Apollo e Artemide. Era invocata come dea della maternità e della protezione dei neonati, specialmente dalle donne in travaglio.
Nella letteratura orfica, Leto è celebrata come colei che, nascosta e silenziosa, partorì la luce del mondo. Nell’Inno Orfico a Leto, ella è definita “nobile di animo, madre di figli gloriosi”, e invocata per concludere un rito con successo.
Leto: il potere del silenzio
La figura di Leto incarna la forza tranquilla, l’amore materno che affronta persecuzioni, l’umiltà che diventa sacralità. Anche se non è al centro del potere olimpico, la sua presenza è essenziale per l’equilibrio del mito. È grazie al suo sacrificio e alla sua perseveranza che il mondo riceve Apollo, dio della luce, e Artemide, dea della natura selvaggia.
Leto è l’archetipo della madre divina: non parla spesso, ma quando lo fa, la terra stessa trema.
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- Robert Graves – I miti greci Prima della scienza, prima della religione, c’è il mito. Modo ingenuo – ci dicono – modo fantasioso, spregiudicato e prescientifico, di spiegare l’origine delle cose e degli uomini, gli usi i costumi e le leggi. Filologia, etnografia, antropologia hanno lacerato il velo del mito, evidenziandone le radici ideologiche, il retroterra di superstizione e di magia.