Scopri la figura affascinante di Eros, il dio dell’amore nella mitologia greca: dalle sue origini primordiali al suo ruolo nei miti più celebri, tra passioni divine, frecce infuocate e inganni del cuore.
Genitore | Afrodite |
Moglie | Psiche |
Dio di | Amore, desiderio sessuale |
Dimora | Monte Olimpo |
Simboli | Arco e frecce |
Animale sacro | Lepre |
Nome romano | Cupido, Amor |
- Origini cosmogoniche di Eros
- Eros figlio di Afrodite: la tradizione più popolare
- Genealogie alternative e filosofiche
- L’Eros filosofico, mistico e poetico
- Iconografia: dal giovane bellissimo al putto alato
- Eros e gli dei
- Eros e gli umani: Psiche, Medea e Gli Eroi
- Culto e luoghi di venerazione
Origini cosmogoniche di Eros
Eros, nella tradizione più antica, è una divinità primordiale nata agli albori del tempo. In Esiodo, nella Teogonia, appare come uno dei primi esseri a emergere dopo il Caos, insieme a Gea (Terra) e Tartaro. Non ha genitori: è auto-generato, simbolo del principio unificante che porta armonia e stimola la procreazione. Anche la poesia orfica lo celebra come primo dio, nato dall’Uovo Cosmico, simile al Phanes.
Eros figlio di Afrodite: la tradizione più popolare
Nel tempo, la figura di Eros si evolve. Nella mitologia classica, Eros è spesso rappresentato come figlio di Afrodite, la dea dell’amore e della bellezza. In questa versione più tarda e popolare, Eros è un ragazzo alato, malizioso e giocoso, che incarna il desiderio erotico. Diversi autori (tra cui Saffo, Simonide, Ibyco, Apuleio e Ovidio) lo indicano come nato dall’unione di Afrodite con Ares, Ermes, o addirittura con Urano, in una variante in cui Afrodite lo porta in grembo già dalla sua stessa nascita dal mare.
Genealogie alternative e filosofiche
Numerose fonti propongono genealogie alternative: figlio di Poros (Espediente) e Penia (Povertà), secondo Platone nel Simposio, dove Eros è descritto come un daimōn, intermediario tra divino e umano, sempre povero ma astuto, affamato di bellezza. Altri autori lo indicano figlio di Zephyros e Iris, oppure di Eileithyia, dea delle nascite. Alcuni miti lo vogliono figlio di Gaia e Urano, incarnando una forza cosmica universale.
L’Eros filosofico, mistico e poetico
Nel pensiero filosofico, come in Aristotele o nel Simposio di Platone, Eros è simbolo dell’amore come forza che muove il mondo e spinge l’anima verso il bello e il divino. Invece nei poeti ellenistici e romani (come Ovidio, Mosco, Seneca), Eros diventa un bambino dispettoso e crudele, che gioca con cuori umani e divini. Le sue frecce, d’oro o di piombo, possono accendere passione o repulsione.
Iconografia: dal giovane bellissimo al putto alato
Nell’arte antica, Eros è raffigurato come un giovane bello e atletico, spesso con arco e frecce. Più tardi, soprattutto nei mosaici e nelle sculture romane, appare come un bambino paffuto e alato: il putto. È spesso accompagnato da altri Erotes (Cupidi), o da figure come Himeros (Desiderio), Pothos (Nostalgia), e Anteros (Amore ricambiato o vendicatore).
Eros e gli dei
Eros non risparmia nemmeno gli dèi. È lui a spingere Zeus verso Semele, Europa, Danae e altre amanti. Fa innamorare Ade di Persefone, Apollo di Dafne, Afrodite di Adone, Ares di Afrodite stessa. La sua influenza è universale, e perfino le dee vergini come Artemide, Athena e Estia sono spesso presentate come sue rare eccezioni.
Eros e gli umani: Psiche, Medea e Gli Eroi
Celebre è il mito di Eros e Psiche, raccontato da Apuleio, dove Eros si innamora della mortale Psiche e la prende in sposa dopo numerose prove. Ma Eros è anche responsabile dell’amore tragico di Medea per Giasone, acceso su richiesta di Era e Athena per aiutare gli Argonauti. In molti miti, è il motore nascosto dei grandi amori (e dolori) degli eroi: Perseo e Andromeda, Eracle e Abdero, Pelopo e Ippodamia, Leandro e Ero, e tanti altri.
Culto e luoghi di venerazione
Eros era venerato in molte città greche, ma soprattutto a Thespie, in Beozia, dove si tenevano feste in suo onore chiamate Erotidia. Qui la sua immagine arcaica era solo una pietra, poi sostituita da statue artistiche, tra cui una celebre opera di Prassitele. Aveva altari anche ad Atene, Sparta, Samotracia, Parion e Megara, spesso accanto a quelli di Afrodite, Peitho e Himeros.
La figura di Eros incarna la potenza e l’ambivalenza dell’amore: forza creatrice, ma anche distruttiva; celeste e spirituale, ma anche carnale e capricciosa. Dalla sua forma primordiale alla sua iconografia da bambino con le ali, Eros attraversa tutta la cultura greca e romana come simbolo eterno del desiderio che muove gli dei, gli uomini e il cosmo stesso.
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- Robert Graves – I miti greci Prima della scienza, prima della religione, c’è il mito. Modo ingenuo – ci dicono – modo fantasioso, spregiudicato e prescientifico, di spiegare l’origine delle cose e degli uomini, gli usi i costumi e le leggi. Filologia, etnografia, antropologia hanno lacerato il velo del mito, evidenziandone le radici ideologiche, il retroterra di superstizione e di magia.