HomeStoria della Grecia AnticaIl mito di Giasone e il Vello d’Oro: storia, significato e protagonisti

Il mito di Giasone e il Vello d’Oro: storia, significato e protagonisti

l mito di Giasone e il Vello d’Oro è una delle narrazioni più suggestive della mitologia greca, in cui si intrecciano coraggio, inganno, magia e il fascino eterno del viaggio. Si tratta di una storia avvincente che ha ispirato poeti, artisti e narratori per secoli, lasciando in eredità una leggenda che continua a parlarci di eroismo, giustizia e scelte morali.

Le origini di un eroe: chi era Giasone?

Giasone era il figlio di Esone, legittimo re di Iolco, una città della Tessaglia. Il destino del giovane principe fu segnato fin dall’inizio: spodestato dal trono da suo zio Pelias, Esone affidò il figlio alle cure del saggio centauro Chirone, una delle figure più rispettate della mitologia per la sua sapienza e la sua capacità di educare i grandi eroi.

Sotto la guida di Chirone, Giasone crebbe lontano dai palazzi, ma fu forgiato nelle arti, nel coraggio e nella consapevolezza delle sue origini. Al suo ritorno in patria, ormai adulto, decise di reclamare ciò che gli spettava di diritto: il trono usurpato.

La sfida di Pelias: il Vello d’Oro

Temendo il ritorno dell’erede legittimo, Pelias sfidò Giasone a compiere un’impresa considerata impossibile: recuperare il Vello d’Oro, un oggetto sacro custodito nella lontana Colchide e protetto da un drago insonne. Questo vello apparteneva a un ariete magico e simboleggiava potere, legittimità e autorità divina.

Ma Giasone non esitò. Accettò la missione con l’intento non solo di dimostrare il proprio valore, ma anche di restaurare l’ordine e la giustizia nel suo regno.

Nascono gli Argonauti: un viaggio verso l’ignoto

Per affrontare l’impresa, Giasone radunò un gruppo di eroi leggendari, i cosiddetti Argonauti, dal nome della nave Argocostruita per la spedizione. Tra di loro figuravano personaggi mitici come Eracle, Orfeo, Castore e Polluce, e molti altri, ognuno con un talento unico.

Il viaggio verso la Colchide si trasformò presto in una serie di avventure epiche. Gli Argonauti dovettero affrontare mostri marini, terre sconosciute, prove degli dèi e inganni. Ma la coesione del gruppo e il coraggio del loro leader permisero loro di superare ogni ostacolo, dando vita a uno dei racconti più avvincenti dell’antichità.

Le prove di Giasone e l’incontro con Medea

Arrivati nella Colchide, Giasone dovette superare nuove prove imposte dal re Eeta: domare due tori dal fiato infuocato, arare un campo e seminarlo con denti di drago, dai quali sarebbero nati guerrieri pronti a ucciderlo. Prove sovrumane, create per scoraggiare anche l’eroe più audace.

Fu allora che Giasone incontrò Medea, figlia del re e potente maga. Colpita dal fascino e dal coraggio dell’eroe, si innamorò perdutamente di lui e decise di aiutarlo, pur sapendo che ciò avrebbe significato tradire la propria famiglia. Grazie ai suoi incantesimi, Giasone riuscì a superare tutte le prove e ad addormentare il drago che custodiva il Vello d’Oro.

Fuga, tradimenti e conseguenze

Con il Vello d’Oro in mano, Giasone e Medea fuggirono insieme, ma il ritorno fu tutt’altro che sereno. Medea, nel tentativo di rallentare gli inseguitori, uccise il fratello Absirto, compiendo un atto che avrebbe segnato per sempre la sua anima e quella dell’eroe.

Tornati a Iolco, il trono non venne restituito pacificamente. Le tensioni culminarono in vendette, tradimenti e tragedie che avrebbero segnato il destino della coppia. Giasone, inizialmente acclamato come eroe, venne gradualmente travolto dal peso delle sue azioni e delle scelte compiute.

Un mito eterno tra gloria e ombra

Il mito di Giasone e del Vello d’Oro è molto più di un semplice racconto di avventura. È una riflessione profonda sul prezzo del potere, sulla natura ambivalente dell’eroismo e sulle scelte morali che definiscono il nostro destino. Giasone non è un eroe perfetto: è umano, fragile, ambizioso e spesso spinto dagli eventi più che dalla virtù. Ma proprio per questo il suo viaggio ci affascina ancora oggi.

La fine della storia d’amore tra Giasone e Medea

Dopo aver aiutato Giasone a conquistare il Vello d’Oro, Medea abbandona tutto: la sua casa, la sua famiglia, la sua patria. Lo ama così tanto da compiere atti estremi per lui, incluso l’uccisione del proprio fratello, Absirto, per rallentare l’inseguimento del padre.

I due tornano a Iolco, ma lì Giasone non ottiene il trono. Medea, per vendicarlo, orchestra la morte del re Pelia, ma questo li costringe a fuggire di nuovo. Si rifugiano a Corinto, dove inizialmente vivono insieme e hanno due figli.

Fin qui sembrerebbe una fine felice… ma non lo è.

Giasone, ambizioso e stanco della vita in esilio, decide di sposare Glauce (o Creusa), la figlia del re di Corinto, Creonte, per assicurarsi un futuro stabile e ricco. Medea viene ripudiata, nonostante tutto ciò che ha fatto per lui.

La vendetta di Medea

Ferita, umiliata e tradita, Medea non si limita a piangere. Decide di vendicarsi in modo spietato:

  • Invia a Glauce un mantello incantato che prende fuoco, uccidendo lei e il padre Creonte.

  • Poi, nel gesto più estremo e terribile, uccide i figli avuti da Giasone, per infliggergli il massimo dolore possibile.

Dopo la strage, Medea fugge su un carro volante inviato dal dio Sole, suo avo, lasciando Giasone distrutto e solo, piangente, senza figli, senza amore, senza trono.

In alcune versioni, Giasone morirà anni dopo, colpito in testa da un pezzo della nave Argo, ormai abbandonata: una fine triste e simbolica, come se anche la gloria lo avesse abbandonato.

Domande di comprensione 

  1. Chi era il padre di Giasone?
    a) Pelia
    b) Keta
    c) Esone
    d) Chirone

  2. Perché Giasone fu affidato a Chirone?
    a) Per imparare la magia
    b) Per essere protetto dal re Peli
    c) Per diventare sacerdote
    d) Per allenarsi a combattere contro mostri

  3. Qual era il compito che Pelia affidò a Giasone?
    a) Trovare il Minotauro
    b) Recuperare il Vello d’Oro
    c) Costruire una nuova città
    d) Sconfiggere Ercole

  4. Chi aiutò Giasone a superare le prove in Colchide?
    a) Afrodite
    b) Atena
    c) Medea
    d) Orfeo

  5. Il Vello d’Oro era custodito da:
    a) Un Minotauro
    b) Un ciclope
    c) Un drago
    d) Un dio

  6. Perché il Vello d’Oro era considerato un simbolo di potere?
    (Risposta aperta: per verificare la comprensione del simbolismo mitologico.)

  7. In che modo la figura di Medea cambia il corso del mito?
    (Risposta aperta: stimola la riflessione sul ruolo femminile e il potere della magia.)

  8. Quali sono le principali prove affrontate da Giasone in Colchide e cosa rappresentano metaforicamente?
    (Risposta aperta: tori infuocati, denti di drago, il drago custode.)

  9. Secondo te, Giasone è un eroe positivo o ambiguo? Perché?
    (Risposta aperta: incoraggia a considerare aspetti morali e psicologici.)

  10. Cosa ci insegna questo mito sull’ambizione e le sue conseguenze?
    (Risposta aperta: per stimolare pensiero critico e attualizzazione.)

📚 Un aiuto per lo studio:

Károly Kerényi – Gli dei e gli eroi della Grecia. Il racconto del mito, la nascita delle civiltà 
Robert Graves – I miti greci

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