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Talete di Mileto: il primo filosofo della storia?

Talete di Mileto (circa 620 a.C. – 546 a.C.) è tradizionalmente considerato il primo filosofo dell’Occidente e il fondatore della filosofia della natura. Aristotele lo presenta come il primo a chiedersi quale fosse il principio originario di tutte le cose e a cercare risposte razionali ai fenomeni naturali, senza ricorrere ai miti degli dèi olimpici.
Talete non fu solo filosofo: si occupò di astronomia, geografia, ingegneria, matematica, meteorologia, persino di politica ed economia. Per questo gli antichi lo consideravano una figura di enorme prestigio, al punto da includerlo tra i Sette Savi della Grecia.

Scritti e fonti antiche

Non è chiaro se Talete abbia effettivamente lasciato opere scritte. Alcune fonti antiche gli attribuiscono testi come:

  • un manuale di navigazione astronomica,

  • un trattato sul solstizio,

  • un trattato sull’equinozio.

Altre testimonianze parlano di versi poetici attribuiti a lui e di spiegazioni astronomiche in forma epica. Tuttavia, già nell’antichità c’erano dubbi sull’autenticità di questi testi.

Il punto importante è questo: anche se i suoi scritti non ci sono arrivati, filosofi successivi come Aristotele e storici della scienza come Eudemo di Rodi (allievo di Aristotele) parlano delle idee di Talete come di cose ben note. Questo suggerisce che circolavano appunti, trattati o tradizioni scritte vicine a lui, oggi perdute.

Perché Talete è importante

Talete è considerato il fondatore della filosofia della natura perché:

  1. ha cercato un principio unico e materiale all’origine di tutte le cose;

  2. ha cercato spiegazioni naturali per fenomeni naturali;

  3. ha aperto la strada all’idea che l’universo sia comprensibile tramite osservazione, ragionamento e calcolo.

È, in altre parole, l’inizio del metodo scientifico.

L’archè: tutto ha origine dall’acqua

Secondo Aristotele, Talete sosteneva che il principio primo (archè) della realtà fosse l’acqua. Cosa significa?

Per Talete:

  • tutto nasce dall’acqua,

  • tutto ritorna all’acqua,

  • l’acqua è ciò che sostiene e mantiene in vita ogni cosa.

Perché proprio l’acqua? Le spiegazioni riportate da Aristotele sono interessanti:

  • Tutto ciò che vive è umido e ha bisogno di umidità per sopravvivere.

  • Il calore sembra nascere dall’umidità e dipendere da essa.

  • I semi di ogni cosa (cioè ciò da cui le cose si generano) sono umidi.

In più, Talete poteva osservare fenomeni concreti: fiumi che, depositando sedimenti, “creano” nuova terra; delta che avanzano sul mare; zone paludose che diventano suolo solido. Viveva a Mileto, una città ionica costruita vicino alla foce del fiume Meandro, dove questo processo era evidente: il porto antico oggi è lontanissimo dalla costa proprio perché nei secoli la terra “ha mangiato” il mare grazie ai sedimenti.

In pratica: la materia per Talete non è qualcosa di misterioso o mitico. È acqua, e l’acqua può trasformarsi in tutte le altre forme (terra, aria, ecc.). Questa è una rottura enorme rispetto alla spiegazione mitico-religiosa tipica del mondo greco arcaico.

Talete contro il mito

Una delle rivoluzioni di Talete è proprio il fatto che nei suoi modelli non compaiono dèi come cause dirette dei fenomeni naturali.
Per esempio:

  • non dice che un fiume nasce per volontà divina,

  • non dice che i terremoti sono punizioni di Poseidone,

  • non dice che il cosmo è governato da qualche genealogia divina.

Certo: gli autori antichi riferiscono anche frasi come “tutte le cose sono piene di dèi”. Ma bisogna stare attenti a come leggere questo. L’interpretazione moderna più diffusa è che Talete parlasse di una forza vitale interna alla natura, una sorta di principio animante o di “anima del movimento”, non necessariamente di dèi antropomorfici. In altre parole: la natura è viva, è dinamica, si muove da sé.

Questa idea è uno dei primi passi verso una visione “fisica” del mondo.

La Terra secondo Talete

1. La Terra galleggia sull’acqua

Talete sosteneva che la Terra “sta” sull’acqua, come un tronco che galleggia. Aristotele riferisce questa opinione e la definisce la spiegazione più antica giunta fino a lui.

Perché questa idea?

  • Nel porto di Mileto Talete poteva vedere ogni giorno navi cariche che galleggiavano pur essendo pesantissime.

  • Esistevano luoghi (ne parlano più tardi autori greci e romani) in cui erano visibili vere e proprie isole galleggianti su acque basse e paludose.

  • Se la Terra deriva in qualche modo dall’acqua, allora l’acqua è più “fondamentale”, e la Terra può letteralmente poggiare su di essa.

Collegata a questa visione c’è anche la spiegazione dei terremoti: se la Terra galleggia, allora a volte “ondeggia”, e questo scuotimento causa i terremoti. È una spiegazione fisica e continua a ignorare gli dèi.

2. La forma della Terra

Spesso nei manuali scolastici si dice che per Talete la Terra era piatta e circolare. Ma le testimonianze antiche non sono così chiare. Aristotele, parlando delle varie concezioni antiche, distingue chi pensava la Terra come piatta da chi la pensava sferica, e alcuni studiosi ritengono possibile che Talete rientrasse nel secondo gruppo.

Perché sospettare che Talete immaginasse la Terra come un corpo sferico?

  • Durante le eclissi lunari si vede sempre un’ombra curva della Terra sulla Luna.

  • Navigando si vede la nave “sparire” sotto l’orizzonte a partire dalla chiglia e solo dopo dagli alberi: indizio di curvatura.

  • Alcune stelle sono visibili solo a certe latitudini.

Anche se non possiamo provare che Talete insegnasse la sfericità della Terra, è sbagliato dare per scontato che pensasse a un disco piatto. L’idea di una Terra sferica circolava già in epoca molto antica.

Astronomia di Talete

La famosa eclissi

Talete è celebre per aver previsto un’eclissi solare totale che ebbe luogo il 28 maggio 585 a.C. Durante quella battaglia tra Lidi e Medi, il giorno divenne notte e gli eserciti, terrorizzati dall’evento “contro natura”, smisero di combattere e siglarono la pace.

Erodoto racconta che Talete avrebbe annunciato l’eclissi indicando in quale anno sarebbe avvenuta. Per gli antichi questo era un segno di sapienza quasi sovrumana.

Oggi gli studiosi discutono se fosse davvero possibile, nel VI secolo a.C., prevedere con precisione un’eclissi solare totale in una certa regione. Anche ammesso che Talete avesse avuto accesso a registri astronomici mesopotamici (i Babilonesi avevano cataloghi lunghissimi di fenomeni celesti), la predizione di un’eclissi solare è molto più difficile di quella di un’eclissi di Luna, perché il cono d’ombra del Sole copre una zona molto ristretta della Terra.

È possibile quindi che Talete sapesse individuare un periodo ad “alto rischio eclissi” basandosi su cicli astronomici noti agli orientali, e che la tradizione successiva abbia amplificato il successo attribuendogli una previsione perfetta. Resta comunque un punto fermo: Talete studiava i cieli come fenomeni naturali calcolabili, non come presagi divini.

Solstizi e calendario

A Talete viene attribuita anche la determinazione del corso del Sole tra un solstizio e l’altro e la definizione dell’anno in 365 giorni. Gli Egizi avevano già un calendario solare molto preciso, quindi Talete potrebbe aver appreso l’idea in Egitto e averla poi rielaborata in Ionia.

Osservare i solstizi non è banale: il Sole sembra “fermarsi” per alcuni giorni all’altezza massima o minima sull’orizzonte, quindi serve una lunga serie di misurazioni per stabilire il giorno esatto. Questo implica osservazione sistematica e registrazione di dati nel tempo.

Dimensioni apparenti del Sole e della Luna

Alcune fonti attribuiscono a Talete un calcolo del rapporto tra il diametro apparente del Sole e la sua orbita apparente, e un ragionamento simile per la Luna. L’idea è che Talete non guardava solo “dove” sono i corpi celesti, ma anche “quanto grandi sembrano” rispetto alla traiettoria che descrivono nel cielo. È un primo passo verso la geometria astronomica.

Orsa Minore e navigazione

Un dettaglio affascinante: Talete avrebbe consigliato ai navigatori di orientarsi con l’Orsa Minore invece che con l’Orsa Maggiore. L’Orsa Minore è più vicina al Polo Nord celeste, quindi indica il nord con maggiore precisione. Questo è esattamente il tipo di sapere tecnico che rendeva un uomo, per i Greci, non solo un pensatore ma un “saggio” utile alla città.

Matematica e geometria

Gli antichi accreditano a Talete alcuni risultati geometrici fondamentali. Anche se la forma “rigorosa” delle dimostrazioni che conosciamo oggi (alla Euclide) è successiva, Talete avrebbe capito e usato nella pratica cose come:

  • in un triangolo isoscele, gli angoli alla base sono uguali;

  • angoli opposti al vertice (quando due linee si incrociano) sono uguali;

  • è possibile calcolare altezze e distanze usando triangoli simili.

C’è un aneddoto famosissimo: si racconta che Talete riuscì a misurare l’altezza delle piramidi confrontando la loro ombra con la sua stessa ombra, nel momento in cui la sua ombra era esattamente lunga quanto la sua altezza. In pratica: proporzioni geometriche applicate sul campo.
Questa è una rivoluzione mentale: la geometria non è solo utile ai geometri egiziani per ridisegnare i campi dopo le piene del Nilo, ma diventa uno strumento teorico generale.

Talete ingegnere (e stratega economico)

Talete non era scollegato dalla vita pratica.

L’episodio del fiume Halys

Secondo una tradizione greca, Talete avrebbe aiutato il re di Lidia a far attraversare l’esercito attraverso il fiume Halys deviando il corso dell’acqua e rendendo guadabile il fondale. Erodoto, però, è scettico e fa notare che probabilmente c’erano già ponti sul fiume. Anche così, la storia mostra come i Greci immaginavano Talete: non un professore astratto, ma qualcuno capace di risolvere problemi concreti con la tecnica.

Il “monopolio degli ulivi”

Aristotele racconta che Talete, criticato perché “i filosofi parlano tanto ma restano poveri”, dimostrò il contrario. Prevedendo (forse grazie alle sue osservazioni stagionali) che ci sarebbe stato un raccolto eccezionale di olive, prenotò in anticipo tutti i frantoi della zona pagando una piccola caparra. Al momento del raccolto, quando tutti avevano bisogno dei frantoi, li affittò a caro prezzo e fece profitti enormi.
Aristotele usa questo episodio per dire: la filosofia non è povertà; il filosofo non è povero perché incapace, è povero perché sceglie di non dedicarsi alla ricchezza.

La scuola milesia

Talete non è un caso isolato. A Mileto nascerà quella che oggi chiamiamo “Scuola milesia”, con Anassimandro e Anassimene.

  • Tutti e tre cercano l’archè, cioè il principio originario della natura.

  • Ognuno propone un elemento diverso (per Talete è l’acqua, per Anassimandro è l’“ápeiron”, l’indeterminato, per Anassimene è l’aria).

  • Ognuno prova a spiegare il cosmo senza mito.

Questa dinamica è fondamentale: non è religione, non è poesia, è discussione razionale. Già nel VI secolo a.C., a Mileto, c’è dibattito critico tra pensatori che si conoscono di persona e che spesso si contraddicono apertamente.

Questa è, di fatto, la nascita della filosofia come confronto tra teorie argomentate.

Talete tra i Sette Savi

Gli antichi Greci celebravano alcuni uomini come “i Sette Savi”, riconosciuti per la loro capacità di dare consigli pratici e politici, e per le massime morali brevi e incisive (“Conosci te stesso”, “Niente di troppo”). Talete è quasi sempre incluso in questa lista.

Perché?

  • per le sue competenze tecniche (astronomia, ingegneria, calcolo);

  • per la sua capacità di previsione e prudenza politica;

  • per la fama di aver fermato una guerra con una predizione astronomica.

Talete incarna un ideale greco molto concreto: il saggio non è quello che sa solo teoria, ma quello che rende il mondo più governabile.

Eredità di Talete

L’eredità di Talete è enorme e ancora attuale:

  1. Ricerca del principio unico
    L’idea che ci sia un ordine razionale dietro la varietà del mondo.

  2. Spiegazioni naturali per fenomeni naturali
    Fulmini, terremoti, eclissi, stagioni: tutto può (e deve) essere spiegato con cause fisiche.

  3. Metodo osservativo
    Talete si affida all’osservazione, alla misurazione, al confronto tra casi simili. Non si limita a raccontare storie, cerca prove.

  4. Universalizzazione del sapere pratico
    Tecniche di misurazione diventano principi generali. Questo è esattamente ciò che poi farà la scienza.

  5. Inizio della tradizione filosofica occidentale
    Aristotele lo chiama apertamente “il primo filosofo”. Da lui in poi diventa normale chiedersi: “Di cosa è fatto il mondo?”, “Perché cambia?”, “Come facciamo a saperlo?”.

In sintesi: Talete è la scintilla che accende l’idea stessa di spiegazione scientifica.

FAQ su Talete di Mileto

Chi era Talete di Mileto?
Un pensatore greco del VI secolo a.C., attivo a Mileto (nell’attuale costa turca), considerato il primo filosofo della tradizione occidentale. Fu anche matematico, astronomo, ingegnere e consigliere politico.

Perché Talete è così importante nella storia della filosofia?
Perché è uno dei primi (per quanto ne sappiamo dalle fonti) a cercare spiegazioni razionali e naturalistiche dei fenomeni, invece di usare miti religiosi. Questo segna l’inizio della filosofia della natura e, più in generale, del pensiero scientifico.

Cosa vuol dire che “tutto viene dall’acqua”?
Talete pensava che esistesse una sostanza originaria da cui derivano tutte le altre cose e verso cui tutto ritorna. Per lui questa sostanza fondamentale è l’acqua. Non è poesia: è una teoria fisica, nel senso antico del termine.

Talete credeva negli dèi?
Talete non nega che esista un principio animante nell’universo, ma non usa gli dèi tradizionali dell’Olimpo per spiegare il mondo. Anche quando le fonti dicono che “tutto è pieno di dèi”, questo sembra indicare una forza vitale naturale diffusa nelle cose, non una mitologia antropomorfica.

Ha davvero previsto un’eclissi di Sole?
Le fonti antiche dicono di sì: che Talete predisse un’eclissi solare che avvenne il 28 maggio 585 a.C. Gli storici moderni discutono se la previsione fosse davvero così precisa o se la tradizione abbia ingigantito il fatto. Ma la leggenda mostra come era percepito: un uomo che capisce il cielo meglio dei re.

È vero che misurò l’altezza delle piramidi con l’ombra?
Secondo diverse testimonianze sì. Avrebbe sfruttato la proporzione tra la sua ombra e la sua altezza per calcolare l’altezza della piramide osservando la lunghezza dell’ombra della piramide nello stesso momento. È uno dei primi esempi narrati di applicazione pratica della geometria.

Talete è davvero “il primo filosofo”?
Aristotele lo presenta così, e la tradizione occidentale lo ha adottato come punto di partenza della filosofia. Ovviamente prima di lui esistevano saggezze, religioni, cosmogonie, matematica babilonese ed egizia. Ma Talete, per come ce lo raccontano i Greci, è il primo a dire: il mondo è spiegabile dal mondo.

Cosa ci lascia Talete oggi?
L’idea che la realtà può essere capita con domande intelligenti, misurazioni e ragionamenti condivisibili. In altre parole: che capire il mondo è compito umano, non dono degli dèi.

Fonti e Riferimenti

  • Aristotele, Metafisica; De Anima; De Caelo.

  • Erodoto, Le Storie, libro I.

  • Diogene Laerzio, Vite e dottrine dei filosofi illustri, libro I.

  • Proclo, Commentario al I libro degli Elementi di Euclide.

  • Platone, Protagora; Teeteto.

  • Cicerone, Sulla natura degli dèi; Repubblica.

  • Internet Encyclopedia of Philosophy, voce “Thales of Miletus”.

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