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Le Pretidi: il mito greco delle figlie di Preto tra follia, punizione e rinascita

Le Pretidi, figlie di Preto, punite da Hera con la follia e salvate da Artemide: un mito affascinante che parla del passaggio dall’adolescenza all’età adulta nella cultura greca.

INDICE PRETIDI

Le Pretidi: un mito di passaggio e follia

Il mito delle figlie di Preto — spesso chiamate le Pretidi — è uno dei racconti più affascinanti del patrimonio mitologico greco. Non solo perché coinvolge dee di primo piano come Era e Artemide, ma soprattutto per il suo valore simbolico: la narrazione riflette le ansie e i riti di passaggio legati al delicato momento della crescita femminile.

Le Pretidi e l’offesa a Era 

Secondo la versione narrata da Bacchilide, poeta corale del V secolo a.C., le figlie di Preto — re di Argo — si recano al santuario di Era e, in un gesto di superbia infantile, disprezzano la dea, affermando che il loro padre è più ricco del marito di Era, Zeus. È un atto di empietà che non può restare impunito. Era, furiosa, le colpisce con la follia: le giovani perdono il senno, iniziano a urlare e fuggono nei boschi, abbandonando il palazzo paterno per vivere allo stato brado tra i monti dell’Arcadia.

La vicinanza delle Pretidi ad Artemide

Questo vagabondare nei luoghi selvaggi, lontano dalla polis e dalle regole civili, le avvicina al dominio simbolico di Artemide, dea della caccia, dei boschi e delle giovani ancora non sposate. La follia delle Pretidi assume tratti animaleschi: alcune fonti raccontano che le ragazze emettono muggiti come giovenche, diventando metaforicamente bestie, sradicate dal mondo umano.

È interessante notare che, mentre dovrebbero entrare nel mondo adulto e sposarsi — seguendo le regole di Era, protettrice del matrimonio — le Pretidi imboccano la via opposta, tornando a uno stato selvaggio e incontrollato. Artemide, normalmente associata alla purezza verginale e alla libertà dalla costrizione sociale, diventa così la divinità del loro intermezzo ferino.

Il rito di purificazione e l’intercessione divina

Dopo un anno di follia, Preto, disperato, si reca al fiume Luso in Arcadia. Qui si immerge nelle acque e fa voto ad Artemide: le promette il sacrificio di venti buoi mai aggiogati. È un gesto rituale, simbolico: il sacrificio richiama l’idea di addomesticamento, di reintegrazione. Artemide accoglie il voto e intercede presso Era, persuadendola a placare la sua ira.

Così, le Pretidi recuperano la ragione, tornano alla civiltà e innalzano un altare in onore di Artemide. In alcuni racconti, fondano cori femminili per celebrare la dea, chiudendo il ciclo iniziatico con un rituale comunitario.

Il ruolo di Artemide in questo mito è duplice e cruciale. Da un lato, essa accoglie le Pretidi nella loro follia animalesca, rendendole quasi sue creature; dall’altro, funge da mediatrice per il loro ritorno alla normalità. Non si tratta di una contraddizione: Artemide rappresenta la soglia tra natura e cultura, tra l’essere “selvagge” e il diventare “domate”.

In effetti, il termine con cui Artemide viene indicata in questo contesto — “mite” — è lo stesso che in greco viene usato per l’addomesticamento degli animali. Il mito delle Pretidi diventa così una metafora del passaggio dall’adolescenza all’età adulta, non come evento lineare, ma come crisi da attraversare e risolvere con l’aiuto del divino.

La leggenda delle Pretidi è molto più di un semplice racconto mitico. Parla della paura del cambiamento, della ribellione giovanile e della necessità di mediazione tra natura e cultura. In Artemide, si riconosce il ruolo di chi accompagna, senza forzare, il passaggio tra due stati dell’essere. Un messaggio ancora oggi attuale, in una società che fatica a riconoscere il valore dei riti di passaggio.

FAQ su Le Pretidi (le figlie di Preto)

Chi erano le Pretidi?

Le Pretidi erano le figlie di Preto, re di Argo. I loro nomi variano nelle fonti — talvolta vengono chiamate Lisia, Ifinoe e Ifianassa — e sono ricordate per un mito che unisce empietà, follia e rinascita.
Rappresentano il dramma del passaggio dall’infanzia alla maturità, e la difficoltà di accettare le regole della vita adulta.

Cosa fece scatenare la loro follia?

Secondo il poeta Bacchilide, le Pretidi, in un gesto di arroganza giovanile, si recarono al tempio di Era e la offesero, vantandosi che il loro padre fosse più ricco del marito della dea, Zeus.
Era, oltraggiata da tale superbia (hybris), le punì facendole impazzire: le ragazze iniziarono a urlare, vagare nei boschie comportarsi come animali selvatici.

Qual è il significato simbolico della follia delle Pretidi?

La follia non è solo una punizione, ma un rito di passaggio simbolico.
Rappresenta la crisi dell’adolescenza femminile, il momento in cui le giovani devono lasciare la libertà selvaggia per entrare nella vita adulta e nel matrimonio — dominio di Era.
Durante la follia, esse vivono una regressione allo stato naturale, lontano dalla società e dalle sue regole.

Qual è il ruolo di Artemide nel mito?

Artemide, dea dei boschi e delle giovani non sposate, gioca un ruolo duplice:

  • Accoglie le Pretidi nella loro fase di follia, poiché rappresentano lo stato selvaggio e incontrollato che le appartiene.

  • Poi, intercede presso Era, aiutando le ragazze a ritrovare la ragione e a tornare alla civiltà.

Artemide è dunque mediatrice tra natura e cultura, tra la libertà dell’adolescenza e la disciplina della vita adulta.

Come termina il mito delle Pretidi?

Disperato, il padre Preto si reca al fiume Luso, dove fa voto ad Artemide di offrirle venti buoi mai aggiogati se guarirà le figlie.
La dea accetta il sacrificio e persuade Era a placare la sua ira.
Le Pretidi ritrovano la ragione, tornano a casa e innalzano un altare ad Artemide, celebrandola con riti e cori femminiliin segno di ringraziamento.

Che valore rituale ha il mito delle Pretidi?

Il mito riflette un rito di iniziazione femminile, simile a quelli presenti in molte culture antiche:

  • L’allontanamento nel bosco rappresenta la separazione dalla comunità.

  • La follia e la vita selvatica simboleggiano la crisi di trasformazione.

  • Il ritorno e la purificazione segnano la reintegrazione nella società come donne adulte e pronte al matrimonio.

È, in sostanza, un mito di passaggio.

Qual è il significato della mediazione tra Era e Artemide?

Nel mito, Era e Artemide rappresentano due aspetti complementari della femminilità:

  • Era incarna l’ordine, la maternità e il matrimonio.

  • Artemide simboleggia la libertà, la purezza e l’indipendenza.
    Le Pretidi passano simbolicamente da Artemide a Era, cioè dall’adolescenza alla maturità, grazie alla purificazione e al ritorno alla comunità.

Quali elementi rituali compaiono nel mito?

Il sacrificio dei buoi non domati è un gesto fortemente simbolico: rappresenta l’addomesticamento delle giovani selvagge.
L’acqua del fiume Luso, dove Preto si immerge, è simbolo di purificazione.
I cori femminili che le Pretidi fondano al ritorno sono espressione di riconciliazione e rinascita.

Come venivano interpretate le Pretidi nel mondo antico?

Gli antichi vedevano nelle Pretidi un esempio di follia sacra (mania), punizione per l’empietà ma anche occasione di crescita spirituale.
Il mito serviva come avvertimento morale contro l’arroganza e come riflessione sociale sul ruolo delle donne tra libertà e dovere.

Cosa rappresenta oggi il mito delle Pretidi?

Oggi il mito delle Pretidi è letto come una metafora psicologica del cambiamento:

  • Rappresenta la crisi necessaria per diventare adulti.

  • Mostra l’importanza della mediazione e della guida nel percorso di crescita.

  • Insegna che la follia e la ribellione possono essere tappe naturali verso la consapevolezza e l’equilibrio.

È un mito che parla ancora all’animo moderno, come riflessione sulla paura del cambiamento e sulla trasformazione interiore.

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  • H. Lombardi – La mitologia greca Dall’Olimpo alla Cultura Popolare: Come i Miti Antichi Vivono Nel Mondo Moderno. Approccio moderno: dai racconti antichi alle loro tracce nella cultura di oggi.  
  • Robert GravesI miti greci Prima della scienza, prima della religione, c’è il mito. Modo ingenuo – ci dicono – modo fantasioso, spregiudicato e prescientifico, di spiegare l’origine delle cose e degli uomini, gli usi i costumi e le leggi. Filologia, etnografia, antropologia hanno lacerato il velo del mito, evidenziandone le radici ideologiche, il retroterra di superstizione e di magia.

 

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