Qual è la seconda fatica di Eracle? Il racconto dell’Idra di Lerna
Nel cuore delle terre di Argo, dove la nebbia si mescola all’acqua stagnante e le leggende prendono vita, si trova il Lago Oscuro, un luogo temuto da uomini e animali. In quelle acque dimenticate dal tempo, viveva un mostro antico: l’Idra, una creatura nata dall’oscurità e dall’odio divino.
Origine dell’Idra
L’Idra non era un animale qualunque. Secondo la tradizione, era figlia di forze primordiali: Tifone, spirito della tempesta, e Echidna, mezzo serpente e mezzo donna, madre di mostri. L’Idra venne posta vicino al lago per ordine della dea Era, acerrima nemica di Eracle. Sperava che la bestia ponesse fine una volta per tutte alla vita dell’eroe.
Il mostro possedeva un corpo serpentiforme e numerose teste, da cui fuoriuscivano lingue di fuoco. Secondo alcune versioni, le teste erano nove, secondo altre cinquanta o persino cento. Ma tutte condividevano una terrificante capacità: se una testa veniva tagliata, due nuove germogliavano al suo posto. Peggio ancora, una testa centrale era immortale — indistruttibile anche con le armi più potenti.
Quando Eracle ricevette l’ordine di eliminare l’Idra, sapeva che si trattava di una missione diversa dalle altre. Non era solo una prova di forza, ma di ingegno. Non partì da solo: con lui c’era il suo fedele compagno Iolao, giovane e coraggioso, che guidava il carro da guerra.
Giunto al lago, Eracle scoccò frecce infuocate nella tana del mostro per costringerlo a uscire. L’Idra emerse furiosa, avvolgendolo con i suoi colli velenosi. Il primo scontro fu devastante: Eracle colpiva con la sua spada, ma ogni testa mozzata si moltiplicava. Inoltre, un enorme granchio, mandato da Era per complicare l’impresa, morse l’eroe a una gamba. Eracle lo schiacciò con un piede e poi continuò la lotta.
La strategia della vittoria
Vedendo che la forza non bastava, fu Iolao ad avere un’intuizione geniale: prese delle torce accese e le avvicinò alle ferite del collo dell’Idra, cauterizzandole. In questo modo impedì che le teste si rigenerassero. La creatura cominciò a indebolirsi. Dopo una dura lotta, l’unica testa rimasta fu quella immortale. Eracle la recise e la seppellì sotto una roccia pesantissima, in modo che non potesse più minacciare il mondo.
Per rendere ancora più utile quella vittoria, Eracle raccolse il sangue dell’Idra, intriso di veleno potentissimo, e lo usò per avvelenare le sue frecce, che in futuro si sarebbero rivelate micidiali contro altri nemici.
Una vittoria non riconosciuta
Eracle tornò vittorioso, ma il re Euristeo, che gli aveva imposto la missione, rifiutò di considerarla compiuta. Sosteneva che Eracle avesse ricevuto aiuto, e quindi non avesse portato a termine la prova da solo. Tuttavia, il popolo e la storia ricordano quell’impresa come una delle più gloriose tra le dodici fatiche dell’eroe.
Significato e simbolismo del mito
Il mito dell’Idra nasconde molti significati profondi, che vanno oltre la semplice battaglia tra uomo e mostro:
1. Il serpente e l’acqua
Spesso, nelle antiche leggende, un drago o un serpente custodisce una fonte d’acqua. Simbolicamente, l’eroe deve affrontare la creatura per “liberare” l’acqua, bene essenziale per la vita. Anche l’Idra vive in un luogo paludoso e impedisce alla vita di fiorire attorno al lago.
2. La morte e l’oltretomba
Si credeva che i laghi profondi, come quello di Lerna, fossero porte per il mondo dei morti. L’Idra quindi diventa simbolo di morte e rinascita, e la sua eliminazione rappresenta il superamento di un confine tra la vita e l’aldilà.
3. La Lotta contro l’Impossibile
L’Idra incarna le sfide che sembrano irrisolvibili: più colpisci, più problemi sorgono. Ma grazie all’intelligenza, al coraggio e all’aiuto degli altri, persino i nemici invincibili possono essere sconfitti.
La battaglia contro l’Idra del Lerna è molto più di un racconto di spade e mostri. È una storia che parla di tenacia, collaborazione e strategia. Insegna che, di fronte alle difficoltà, non basta la forza: serve anche la mente. Ed è proprio in questo che Eracle si dimostra un vero eroe.