HomeMitologia grecaIl mito di Glauco e Scilla

Il mito di Glauco e Scilla

Scopri la leggenda di Glauco, il pescatore trasformato in dio marino, e il suo tragico amore per Scilla, la ninfa mutata in mostro dalla gelosia di Circe. Un racconto mitologico di metamorfosi, passione e destino.

Il pescatore e l’erba del destino

Nelle acque limpide dell’Eubea, viveva Glauco, un giovane pescatore noto per la sua abilità e il suo spirito libero. Un giorno, durante una battuta di pesca, notò un fenomeno straordinario: i pesci appena catturati, posti su un prato vicino al mare, riprendevano vita e si gettavano nuovamente in acqua. Incuriosito, Glauco osservò che ciò accadeva ogni volta che i pesci toccavano una particolare erba. Spinto dalla meraviglia, decise di assaggiarla. Immediatamente, fu pervaso da una forza misteriosa: le sue gambe si trasformarono in una coda squamosa, i capelli assunsero sfumature marine e il suo corpo divenne parte integrante del mare. Così, Glauco divenne una divinità marina, accolto da Oceano e Teti, che gli insegnarono l’arte della profezia.

L’incontro con Scilla

Durante le sue peregrinazioni marine, Glauco giunse presso le coste della Calabria, dove incontrò Scilla, una ninfa di straordinaria bellezza. Affascinato, Glauco si innamorò perdutamente di lei. Tuttavia, Scilla, spaventata dall’aspetto marino del dio, fuggì rifugiandosi su un promontorio. Glauco, disperato, cercò un modo per conquistare il suo amore.

La gelosia di Circe

Deciso a conquistare Scilla, Glauco si recò sull’isola di Eea per chiedere aiuto a Circe, la potente maga figlia del Sole. Le chiese un filtro d’amore per far innamorare Scilla di lui. Tuttavia, Circe si innamorò di Glauco e, respinta, fu colta da una furia gelosa. Invece di aiutare Glauco, preparò una pozione malefica e la versò nelle acque dove Scilla era solita bagnarsi.

La trasformazione di Scilla

Ignara del pericolo, Scilla si immerse nelle acque avvelenate. Immediatamente, il suo corpo subì una terribile metamorfosi: dalla vita in giù, si trasformò in un mostro con sei teste di cane e tentacoli serpenti. Orrore e disperazione la spinsero a rifugiarsi in una grotta sullo scoglio di fronte a Cariddi, diventando una minaccia per i naviganti dello Stretto di Messina.

L’eterna separazione

Glauco, devastato dalla trasformazione di Scilla, cercò di consolarla, ma la ninfa, ormai mostro, lo respinse. Da allora, Glauco vagò per i mari, portando aiuto ai marinai in difficoltà, mentre Scilla rimase nella sua grotta, terrorizzando chiunque osasse attraversare lo stretto.

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