Riassunto del quattordicesimo libro dell’Odissea: Ulisse e Eumeo
Nel Libro XIV dell’Odissea, Ulisse torna a Itaca travestito da mendicante e incontra Eumeo, il suo fedele servo. Scopri come questo episodio racconta la lealtà, la saggezza e la prova dell’identità nell’epica di Omero.
Dopo anni di viaggi, naufragi e inganni, Ulisse mette finalmente piede nella sua Itaca. Ma non come re, né come guerriero: si presenta come un vecchio mendicante, logoro e irriconoscibile.
È così che inizia il Libro XIV dell’Odissea, un capitolo di quiete e introspezione, lontano dalle battaglie e dagli dei. In questa scena, l’eroe astuto si mette alla prova nel modo più difficile: non contro mostri o tempeste, ma contro il dolore dell’anonimato.
L’accoglienza di Eumeo, il pastore dal cuore nobile
Eumeo, il porcaro di Ulisse, vive ai margini, in una capanna semplice. Quando il viandante bussa alla sua porta, non lo riconosce, ma lo accoglie con rispetto e gentilezza. Gli offre cibo, un posto al fuoco, e la sicurezza della sua ospitalità — la sacra “xenia”, legge dell’ospitalità tanto cara ai Greci antichi.
“I forestieri e i poveri vengono da Zeus.” — Odissea, XIV
Eumeo non sa di ospitare il suo re, ma la sua bontà è disinteressata. In questo, il porcaro rappresenta la virtù più pura dell’Odissea: la lealtà che non ha bisogno di ricompensa.
Ulisse, fedele alla sua natura, non rivela subito la propria identità. Si finge un uomo di Creta, un veterano della guerra di Troia che, dopo un viaggio in Egitto, ha perso tutto. Racconta una storia inventata, ma con un fondo di verità: la nostalgia, la fatica, la speranza.
Con questo stratagemma, mette alla prova la sincerità di Eumeo, ma anche la propria capacità di resistere all’impulso di farsi riconoscere. Il re che fu, ora vive come un mendicante, e in quella menzogna ritrova la sua umanità.
Durante la cena, Eumeo parla con rispetto e malinconia del suo vecchio padrone. Crede che Ulisse sia morto, perduto in qualche mare lontano, e disprezza i Proci, i nobili arroganti che banchettano nel palazzo e corteggiano Penelope.
La sua voce è piena di dolore e fedeltà: “Il mio cuore si spezza per il mio padrone, se davvero non è più tra i vivi.”
Eumeo non è un eroe da leggenda, ma la sua fedeltà semplice e silenziosa fa di lui uno dei personaggi più nobili del poema. È un uomo che incarna il valore greco dell’“eunoia” — la bontà dell’animo.
Prima che la notte cada, Eumeo offre al suo ospite un mantello per scaldarsi. Non ha ricchezze, ma divide ciò che possiede. Ulisse, commosso, vede in quel gesto il riflesso di un mondo che ancora conserva il senso dell’onore e dell’amicizia.
In questa scena di quiete domestica, Omero mostra un’altra faccia dell’eroismo: la gentilezza come atto rivoluzionario in un mondo dominato dalla violenza e dall’avidità.
Significato simbolico dell’episodio
Il Libro XIV è più che una semplice tappa del ritorno di Ulisse: è una prova morale.
Prima di riprendere il suo posto come re, Ulisse deve riscoprire la sua umanità e guadagnare la fiducia di chi gli è rimasto fedele.
Eumeo diventa così il ponte tra passato e futuro, tra l’eroe leggendario e l’uomo mortale. La sua umiltà e la sua ospitalità sono il segno che, nonostante il tempo e le sofferenze, il bene sopravvive anche nelle capanne più umili.
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Secondo alcuni studiosi, Eumeo rappresenta l’uomo comune dell’Odissea — un simbolo del popolo che resta saldo mentre i potenti cadono.
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Il suo nome deriva da “eu” (buono) e “meo” (bramare, desiderare): “colui che desidera il bene”.
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Nei poemi successivi, come nelle riscritture moderne, Eumeo è spesso visto come l’emblema della lealtà silenziosa e della dignità del lavoro.
Nel silenzio della notte, Ulisse dorme sotto il tetto di un servo che lo ama come un figlio. Non ci sono dei, profezie o magie — solo due uomini, uno potente e uno umile, uniti da un legame invisibile.
Il ritorno di Ulisse non inizia nel palazzo, ma nella capanna del porcaro, dove la bontà umana diventa il primo passo verso la redenzione.
📚 Fonti e riferimenti
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Odissea, Libro XIV, di Omero (testo originale in greco antico).
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Trad. italiana di Rosa Calzecchi Onesti, Einaudi, 1994.
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J. Griffin, Homer on Life and Death, Oxford University Press, 1980.
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P. Pucci, Odysseus Polutropos: Intertextual Readings in the Odyssey and the Iliad, Cornell University Press, 1987.
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R. Lattimore, The Odyssey of Homer, University of Chicago Press, 1967.

