HomeStoria della Grecia AnticaViaggi nei luoghi del mitoIl tempio di Poseidone a Capo Sounion: la leggenda di Egeo

Il tempio di Poseidone a Capo Sounion: la leggenda di Egeo

A Capo Sounion, là dove le scogliere dell’Attica si tuffano a picco nel Mar Egeo e il vento porta l’eco di antiche preghiere, si erge uno dei templi più suggestivi dell’antichità: il Tempio di Poseidone. Con la sua imponenza, la bellezza sobria delle colonne doriche e una vista mozzafiato che abbraccia l’orizzonte, questo luogo continua ad affascinare viaggiatori, poeti, archeologi e sognatori.

Ma il fascino di Sounion non è solo paesaggistico o architettonico. È intriso di miti antichi, di leggende tragiche e di storia viva, scolpita nella pietra. È un luogo dove si intrecciano il destino di un re, la gloria navale di Atene, e la devozione per un dio potente e capriccioso come Poseidone.

La leggenda di Egeo

Molto prima che il tempio attuale fosse costruito, Capo Sounion era già un luogo sacro. Ma è la leggenda di Egeo che lo ha reso immortale nella memoria collettiva. Secondo il mito, Egeo, re di Atene, attendeva ansiosamente il ritorno del figlio Teseo, partito alla volta di Creta per affrontare il temibile Minotauro. Padre e figlio avevano stabilito un segnale semplice ma vitale: se Teseo fosse tornato vincitore, avrebbe issato vele bianche sulla nave; in caso contrario, le vele nere avrebbero annunciato la sua morte.

Ma l’eroe, nonostante avesse ucciso il Minotauro e posto fine al tributo umano che Atene doveva a Creta, dimenticò di cambiare le vele. Quando Egeo vide all’orizzonte la nave con le vele nere, fu sopraffatto dal dolore. Credendo morto il figlio, si gettò in mare dalle alte scogliere del promontorio. Il mare che accolse il suo corpo, da quel momento, fu chiamato Mar Egeo in sua memoria.

Un triangolo sacro tra cielo e mare

Ma Capo Sounion non è solo mito. È anche storia, architettura e fede. Il tempio che oggi ammiriamo fu costruito tra il 444 e il 440 a.C., durante il periodo classico, nel pieno della potenza ateniese. Si tratta di uno degli angoli del cosiddetto Triangolo Sacro, insieme al Tempio di Aphaia sull’isola di Egina e al Tempio di Efesto ad Atene. Tre luoghi sacri, disposti in modo tale da poter essere quasi visibili l’uno dall’altro, in un perfetto equilibrio spirituale e geometrico.

La scelta di costruire proprio qui un tempio dedicato a Poseidone, dio del mare, non è casuale. Atene era una potenza navale, e Poseidone era venerato come protettore dei marinai, dei pescatori, delle navi e dei commerci. Il tempio, con la sua posizione strategica, era il primo segnale visibile dalla costa per le navi in arrivo e un luogo di pellegrinaggio per chi partiva per lunghi viaggi in mare. Offerte, preghiere e sacrifici venivano rivolti al dio per ottenere il suo favore e la sua protezione nelle acque spesso imprevedibili dell’Egeo.

Il tempio di Poseidone a Capo Sounion

La scoperta archeologica e la rinascita del tempio

Ma la storia di questo luogo non si esaurisce con il tempio classico. Nel 1884, l’archeologo tedesco Wilhelm Dörpfeld scoprì che la costruzione attuale sorgeva sopra un tempio arcaico, molto simile per dimensioni e struttura, che era stato distrutto nel 480 a.C. durante l’invasione persiana guidata da Serse I. In quell’anno cruciale, i Persiani saccheggiarono e distrussero numerosi santuari e luoghi sacri della Grecia continentale.

Dopo la vittoria greca nella battaglia di Salamina (479 a.C.), Atene decise di commemorare il trionfo con un gesto simbolico e potente: una trireme persiana catturata fu issata come trofeo proprio a Sounion, dedicata a Poseidone in segno di riconoscenza e potere riconquistato. Il nuovo tempio, più imponente e raffinato, fu costruito in stile dorico, con colonne scanalate di marmo bianco locale. Oggi se ne conservano ancora 15 delle 34 colonne originarie, che si stagliano come sentinelle eterne contro il cielo e il mare.

All’interno del tempio si trovava un’enorme statua in bronzo di Poseidone alta circa 6 metri, oggi andata perduta, anche se alcune parti sono conservate al Museo Archeologico Nazionale di Atene.

Il tempio di Poseidone a Capo Sounion

Un luogo caro ai poeti e agli eroi

Non solo i Greci, ma anche i viaggiatori romantici dell’Ottocento furono profondamente colpiti da Sounion. Lord Byron, il grande poeta inglese, visitò il sito durante il suo soggiorno in Grecia e fu così affascinato dalla bellezza del luogo da incidere il proprio nome su una delle colonne del tempio, ancora visibile oggi. La sua poesia evocava l’idea di un mondo classico perduto, fatto di dei, eroi e paesaggi immortali.

Anche altre storie si legano a Capo Sounion: si racconta che Menelao, re di Sparta e marito di Elena, abbia seppellito qui il suo timoniere durante il ritorno dalla guerra di Troia, a conferma della sacralità marinara del promontorio.

Un tramonto tra gli dei

Ma ciò che forse rende davvero unico questo luogo è l’esperienza che offre al tramonto. Quando il sole comincia a calare e il cielo si tinge di rosso, arancio e oro, le colonne doriche del tempio si accendono di luce calda e irreale. Il mare si fonde con il cielo, e il tempo sembra sospendersi. È un momento mistico, in cui si può sentire – o almeno immaginare – l’antica voce del re Egeo, il fragore delle onde, i canti dei marinai, il sibilo del vento tra le colonne.

Il Tempio di Poseidone a Capo Sounion è più di un sito archeologico. È una finestra sul passato, un crocevia tra mito e storia, tra architettura e spiritualità. È un invito a riflettere sulla forza del mare, sull’amore di un padre, sul destino degli eroi e sulla bellezza immortale del paesaggio greco.

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