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Riassunto del libro ventunesimo dell’Iliade

Riassunto del libro ventunesimo – I Fiumi di Sangue e Fuoco

Nel libro ventunesimo dell’Iliade, l’epica di Omero raggiunge uno dei suoi vertici più drammatici e spettacolari. Achille, ormai consumato dal dolore per la morte di Patroclo, scatena la sua rabbia sul campo di battaglia con una ferocia disumana, travolgendo i Troiani e portando il conflitto su un piano quasi cosmico. In questo episodio, il confine tra guerra umana e lotta divina si fa sottile, e il caos si riversa su ogni fronte.

Achille divide l’esercito troiano in due, inseguendone metà nel fiume Scamandro (noto agli dèi come Xanto). Qui, inizia un massacro: Lycaon, figlio di Priamo, implora la vita ma viene ucciso senza pietà. Asteropaeo, rafforzato dallo spirito del fiume, tenta un’ultima resistenza ma cade anche lui. La furia di Achille è implacabile: getta così tanti cadaveri nel fiume che le sue acque non scorrono più.

Il fiume stesso si ribella. Il dio Scamandro si leva contro Achille, indignato per il sacrilegio. Nonostante le proteste, l’eroe non intende fermare la sua carneficina. Il fiume lo travolge, lo trascina, quasi lo uccide — ma l’intervento degli dèi cambia il corso degli eventi.

Gli dèi entrano in Guerra

Mentre il fiume combatte con le sue acque, la dea Era manda il dio del fuoco, Efesto, a salvare Achille. Le fiamme ardono la pianura, facendo evaporare il fiume e costringendolo alla resa. Questo scontro tra fuoco e acqua, fra mortali e immortali, diventa il simbolo dell’assurdità e della grandiosità della guerra omerica.

Nel frattempo, anche sull’Olimpo si scatena la battaglia. Atena sconfigge Ares e Afrodite, mentre Poseidone sfida Apollo, che però si rifiuta di combattere per una causa tanto umana. L’ironia si fa beffa della tragedia: Era picchia perfino Artemide, ridicolizzandola.

La fuga dei Troiani

Con il campo ridotto a un inferno di fuoco e sangue, Priamo apre le porte di Troia per salvare ciò che resta del suo esercito. Achille, sempre più vicino alla vittoria finale, insegue i fuggitivi fin quasi alle mura della città. Solo l’intervento del principe Agenore, e l’inganno di Apollo che ne assume le sembianze, permette ai Troiani di guadagnare tempo e rifugiarsi dietro le porte.

Il libro ventunesimo dell’Iliade mostra un Achille trasfigurato dalla collera, capace di affrontare non solo gli uomini ma perfino le forze della natura e gli dei stessi. È un momento epico e disturbante, in cui l’eroe, privo di qualsiasi pietà, incarna l’essenza distruttiva della guerra.

Questo capitolo non è solo una sequenza di combattimenti, ma un’esplorazione profonda della vendetta, della perdita e dei limiti della forza umana. È il cuore pulsante di un poema che ancora oggi, dopo tremila anni, ci parla della brutalità e della bellezza del destino.

-> riassunto e analisi del ventiduesimo libro

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