HomeStoria della Grecia AnticaI gemelli di Argo: Kleobi e Bitone

I gemelli di Argo: Kleobi e Bitone

I gemelli di Argo: Kleobi e Bitone, eroi dell’Arte Arcaica.

Tra le più antiche offerte votive monumentali ritrovate a Delfi, spiccano due statue identiche e di dimensioni superiori al reale. Questi capolavori rappresentano uno dei primi esempi di scultura arcaica su larga scala, un’impresa piuttosto rara nell’arte greca antica. La coppia di sculture in marmo pario risalenti al 585 a.C. circa sono conservate nel museo archeologico di Delfi.

Quando furono ritrovati?

Le due sculture furono ritrovate durante gli scavi del 1893 e 1894 nel santuario di Delfi nel presso del Tesoro degli Ateniesi. L’identificazione della coppia venne effettuata nel 1895 da direttore degli scavi Theophile Homolle che già nel 1900 cercò di rettificare l’identificazione associando le due statue ai Dioscuri.

Chi erano Kleobi e Bitone?

Dalla loro scoperta, le statue sono state spesso associate a due fratelli forti e devoti della città di Argo: Kleobi e Bitone. Secondo la tradizione, gli abitanti di Argo vollero onorarli creando e dedicando le statue a Delfi. Altre interpretazioni, come già detto, suggeriscono che le statue rappresentino i Dioscuri, divinità il cui culto era molto diffuso nel Peloponneso.

Indipendentemente dalla loro identità – fossero essi dei, eroi o semplici uomini resi immortali – le due statue, note come kouroi (singolare kouros, cioè statua di giovane in piedi), sono un chiaro esempio del talento degli scultori argivi del VI secolo a.C., in particolare dell’artista Polymedes.

Le statue segnano un momento cruciale nella storia dell’arte greca: il passaggio dallo stile dedalico a quello arcaico. Si distinguono per le loro proporzioni, il senso del movimento e l’attenzione al dettaglio anatomico, caratteristiche innovative per l’epoca.

L’eroica storia raccontata da Erodoto

Lo storico greco Erodoto ci offre una commovente narrazione sul valore di Cleobi e Bitone:

“Cleobi e Bitone erano di stirpe argiva, ricchi e forti. Durante una festa in onore della dea Era, era necessario trasportare la madre al tempio su un carro. Ma i buoi non erano tornati dai campi. Così i due fratelli si fecero carico del compito: si legarono al giogo e trascinarono il carro con la madre sopra per 45 stadi (circa 8 km). La madre, colma di gioia e gratitudine, pregò Era di concedere ai suoi figli ciò che di meglio si potesse augurare a un uomo. Dopo i sacrifici e i festeggiamenti, Kleobi e Bitone si addormentarono nel santuario e non si svegliarono mai più. Gli Argivi, commossi, fecero scolpire statue in loro onore e le dedicarono a Delfi.”

Le statue dei gemelli di Argo sono molto più di semplici opere d’arte: sono testimoni del rispetto per la pietà filiale, della dedizione religiosa e del talento scultoreo di un’intera civiltà. Attraverso queste figure, l’antica Grecia ci parla ancora oggi di valori senza tempo: il sacrificio, l’onore e l’amore per la famiglia.

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