Venerdì 30 aprile è con molta probabilità una data da cerchiare sul calendario per la politica sangiorgina. Stamane, infatti, in riunione di capigruppo si sarebbe scelto per la convocazione del consiglio comunale proprio l’ultimo giorno di aprile.
La situazione assicurano da più parti essere fluida (qualcuno azzarda perfino l’aggettivo gassosa) e in politica, si sa, come una settimana rappresenti un’eternità. Ma andiamo per ordine, per fare il punto della situazione ai sangiorgini alle prese con le aperture di lunedì e con il bollettino Covid aggiornato a oggi, 24 aprile, di 16 positivi e 34 in quarantena (clicca QUI).
La minoranza è rappresentata da due Gruppi in Consiglio comunale: Città futura che subito ha chiesto il ritorno alle urne, seguita a breve giro dai partiti che rappresentano Uniti per San Giorgio, il Pd attraverso i segretari locale e provinciale e Pietro Del Frate (Art. 1) con un ritorno sulla scena che decisamente ha fatto rumore in paese visto il suo peso politico. La maggioranza è (o era) composta invece dal Gruppo Cambiamento responsabile e dal Gruppo Roberto Mattiussi Sindaco. I mal di pancia hanno portato a definire da qualche giorno una nuova Giunta, composta da assessori esclusivamente espressione di una delle due liste che sostengono il Sindaco (il Gruppo Roberto Mattiussi Sindaco), infatti con la revoca delle deleghe a Bertoldi e a Sartori, il Gruppo Cambiamento Responsabile non è più rappresentato, almeno ad oggi, nell’esecutivo.
Venerdì potrebbe andare in scena il blitz di Pietro Del frate con la richiesta di dimissioni dei consiglieri comunali e il ritorno alle urne, ponendo così gli esponenti della lista Cambiamento Responsabile di fronte ad una scelta senza ritorno. Naturalmente, con la premessa che tutti i consiglieri siano presenti in Consiglio, le dimissioni di 9 consiglieri (su 16) sancirebbe l’arrivo del Commissario ed elezioni in autunno 2021.
Sullo sfondo, l’ombra di due grandi ritorni (di Del Frate abbiamo abbondantemente parlato nei giorni scorsi) si fa sempre più concreta, almeno nell’immaginario di molti sangiorgini. Ma si sa, la politica è un’arte e come tale si alimenta dell’imprevedibile. Non ci resta che attendere.
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