“Più cimici che mele” questo il trieste slogan che accompagna i produttori del medio friuli e di una buona parte della bassa. La percentuale di perdita di frutta si aggira dal 40% all’80% di raccolta. Insomma un vero e proprio disastro. Nemmeno le reti di protezione anti-insetto sono bastate. Alcuni produttori sono stati costretti a vendere la maggior parte del loro raccolto all’industria per succhi e marmellate a 5-6 centesimi al chilo. Alcuni lamentano di aver beneficiato solo del 10% del raccolto. Il Messaggero Veneto dedica ampio spazio all’argomento a firma di Mariastella Cescutti.
La cimice marmorata asiatica è nativa di alcune aree asiatiche come Cina, Corea, Giappone e Taiwan. In aprile e maggio fuoriesce dai ricoveri invernali e si sposta sulla vegetazione, dove si nutre e si accoppia. Tra giugno e luglio sono depositate dalle 200 alle 400 uova per stagione.
La Regione insieme ad altre regioni italiane è in prima linea per quella che ormai è una vera e propria emergenza. Tra i più attivi il consigliere regionale Leonardo Barberio che spiega come la Regione stia lavorando siu tutti i fronti per trovare delle soluzioni, in contatto con altre realtà italiane colpite allo stesso modo dalla cimice asiatica. Il 29 settembre è in programma a Pantianicco, nell’ambio della 49esima Festa della mela un convegno tra produttor, Regone, Arpa, Ersa, Università in cui si parlerà anche della grave situazione dovuta alle cimici asiatiche.