Immagine da Il Messaggero Veneto
E’ morto l’ingegner Domenico Taverna, leader per decenni dei costruttori edili di Confindustria Udine, della Regione e del Triveneto. Si è spento nella sua casa in via Viola a Udine, ma lascia un grande vuoto anche a San Giorgio di Nogaro dove era nato il 7 agosto del 1925. In paese tornava spesso, almeno fino a quando la salute glielo aveva permesso. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, non può che stimarne lo spessore intellettuale e le grandi capacità imprenditoriali.
L’ingegnere era la terza generazione dell’omonima azienda di famiglia che tra gli anni Cinquanta e Settata contava 400 dipendenti. Il padre Archimede fu parlamentare del Partito Liberale italiano. L’azienda è molto nota per i lavori di dragaggi delle Lagune di Grado e di Marano, i porti di Monfalcone e di Arbatax a Tripoli, la pagoda di Lignano Pineta ma anche del ponte sull’Isonzo.
L’ingegnere si era laureato a Padova, fu consigliere della Banca del Friuli e della Cassa Edile e voce dei costruttori friulani a Roma. Nel 2002 entrò come socio di minoranza prima e poi di maggioranza, nella Icop dell’ingegner Paolo Petrucco che quattro anni fa rilevò la totalità delle quote.
L’ingegnere amava il castello di Rive di Arcano che ricostruì da cima a fondo senza contributi. La sua passione lo portò a far parte del Consorzio per la salvaguardia dei castelli storici del Friuli Venezia Giulia. I funerali saranno celebrati domani al tempio Ossario alle 17.
Nel 2014, insieme all’ingegner Petrucco e all’Università di Udine, ha creato il museo patrimonio edile per la valorizzazione della cultura materiale dell’edilizia in regione. Obiettivo dell’ingegner Petrucco è di creare con l’Ance un’associazione intestata alla famiglia Taverna.
Oggi Il Messaggero Veneto ricorda con un ampio servizio a firma di Davide Vicedomini l’ingegner Domenico Taverna