LATISANA aderisce al Programma di Sviluppo dell’Area Veneto Orientale

922

Il Vicesindaco Valvoson: “l’obiettivo strategico è tornare a essere la porta di ingresso al Friuli Venezia Giulia”

Con delibera dello scorso 22 marzo, il Comune di Latisana aderisce ufficialmente al “Programma di sviluppo dell’Area Veneto Orientale”, con l’obiettivo di dare forma ad azioni condivise e iniziative candidabili a finanziamenti UE in un periodo di tempo pluriennale. Il territorio coinvolto dal Programma, che comprende i Comuni dell’area tra l’ex mandamento di Portogruaro (11 Comuni, 95.000 abitanti) e l’UTI Riviera Bassa Friulana (11 Comuni, 46.200 abitanti), diviene così piattaforma di sviluppo, pianificazione, sperimentazione e attuazione di politiche strategiche, economiche e sociali.

L’aggregatore delle iniziative è il Comune di Portogruaro, a far parte dell’agenda condivisa le Amministrazioni di Fossalta di Portogruaro, San Michele al Tagliamento, Concordia Sagittaria, San Stino di Livenza, Pramaggiore, Caorle, Teglio Veneto, Cinto Caomaggiore, Gruaro, Annone Veneto e Latisana, con il recente coinvolgimento anche del Comune di Lignano e di Ronchis.

“Abbiamo aderito subito a questo Programma – spiega il vicesindaco e Assessore alle Attività Produttive di Latisana Angelo Valvason – in quanto il nostro scopo è tornare a essere la porta di ingresso al Friuli Venezia Giulia e giocare un ruolo centrale in una macroarea che va oltre i confini politici. Il territorio di Latisana è la cerniera tra la nostra Regione e il Veneto e da tempo siamo attenti a ogni iniziativa utile a rilanciarne l’economia e a valorizzare la qualità della vita e dell’ambiente”.

Al momento, grazie al Programma, sono in fase di candidatura un progetto di misurazione dello sviluppo intermodale (Bandi strategie Italia-Slovenija) e due bandi Urban Innovation Action. Inoltre, in occasione dello Small Cities Forum a Pordenone, è stato presentato il concetto di agenda condivisa come soluzione per la salvaguardia del ruolo e delle identità locali, rendendo questa soluzione una delle modalità di fare “small city” ed organizzare in modo trainante e non trainato i territori cosiddetti minori (popolazione frammentata in centri urbani sotto i 100.000 abitanti).

“Un ulteriore elemento di forza del Programma – commenta Valvason – è la possibilità di coinvolgere tutta l’area dell’UTI, con l’obiettivo di sviluppare le diverse potenzialità del territorio, reperendo i fondi attraverso i bandi europei.”