La famiglia Clementin fa la sua comparsa negli archivi pastorali di queste terre nel 1670 con l’avo Antonio Clementin. Una famiglia di tradizioni contadine, in un territorio dove la viticoltura ha una storia che si perde nei secoli, accoglie turisti e visitatori presso il wine shop della nuova cantina ad Aquileia in via Beligna 30/D innaugurata i primi di agosto. Un vino che sa emozionare e’ il miglior biglietto da visita della cantina Clementin. Tre le generazioni Clementin nel cuore della bassa friulana, un tempo asburgica, dove le migliori aziende sono a conduzione famigliare. Da Orlando il capostipide a suo figlio Franco per arrivare ad Antonio, figlio di quest’ultimo.
Franco, queste terre un tempo asburgiche, sono di tradizione contadina…
Quasi tutte le famiglie della zona conducevano, almeno fino agli anni Settanta, un’agricoltura mista in cui l’abbinamento stalla-vigna era d’obbligo, magari verso Fiumicello si poteva aggiungere l’orticola. Ma l’economia ha imposto le regole al mercato e con l’arrivo degli anni Ottanta la situazione e’ cambiata, la vendita diretta di certi prodotti è diventata pressoché impossibile tra norme e costi.
La sua famiglia?
Non ha fatto eccezione, anche la mia famiglia fino agli anni Ottanta è riuscita a gestire zootecnia e viticoltura.
La passione della terra l’ha avuta da sempre…
Nel Dna. Ma la mia prima vocazione e’ stata la zootecnia, tanto che nel 1978 mi sono iscritto alla facoltà di veterinaria a Bologna, diventare veterinario all’epoca era il mio sogno. Purtroppo i tempi erano quelli che erano, non sono riuscito a continuare gli studi e sono rientrato a Terzo. Qualche anno più tardi, nel 1981 a Brunico ho seguito un corso sulla Pezzata Rossa e uno da ‘fecondista laico’.
Anche voi negli anni ottanta avete fatto una scelta…
A metà anni Ottanta abbiamo imboccato la via della viticoltura. A inizio degli anni Novanta avevamo 3-4 ettari di vigneto e abbiamo iniziato a ragionare sul progetto della cantina storica che oggi si può visitare in Via Galileleo al civico 5 a Terzo di Aquileia.
Quando sono stati gli anni della svolta per il vino nella bassa orientale?
Negli anni Novanta, combaciati con la mia Presidenza al Consorzio Aquileia. Abbiamo lavorato sull’immagine del territorio, curando la qualità del prodotto nei particolari. E’ stato il segnale che anche nella bassa orientale il vino e’ un prodotto principe. Si sono susseguite tutta una serie di iniziative, alcune si sono radicate e sono diventati momenti importanti per la storia del vino di queste terre.
E il salto per la cantina Clementin?
Il primo salto di qualità della cantina risale agli anni Duemila con un aumento degli ettari coltivati, l’acquisto di nuove tecnologie e soprattutto una cura minuziosa dell’immagine e della comunicazione aziendale. Il marketing e’ ormai da molti anni uno dei pilastri fondamentali per le aziende, essenziale per quelle vitivinicole. Nel 2016 , grazie all’inserimento in azienda di mio figlio Antonio siamo riusciti a realizzare un progetto di ampliamento trasferendo la produzione e la vendita nella nuova cantina di Aquileia
Dopo l’amore per la zootecnia e’ scoppiato quello per la vino…
Il mondo del vino mi appassiona moltissimo
Il vostro cliente tipo?
Privati affezionati, ristorazioni, enoteche, distributori e turisti, grazie all’ottima posizione baricentrica della nuova cantina. Per quanto concerne l’estero abbiamo importatori soprattutto in Germania. Esperienze estere significative a New York, Stati Uniti in generale, Canada, Yokohama, Albania e Polonia, sud Corea.
Quali vini si possono assaggiare nella cantina Clementin?
Il Friulano, il Pinot bianco, il Pinot grigio, lo Chardonnay, il Traminer, il Verduzzo passito, il Friulano. Il Merlot, il Cabernet Franc, il Refosco e la Ribolla Gialla Brut
Una battuta sul territorio aquileiese…
Mancano i grandi progetti, il pensare in grande perché il territorio ha una potenzialità immensa inespressa. Bisogna essere capaci di immaginare il territorio da oggi ai prossimi dieci anni e rimboccarsi le maniche, senza paura di sognare.
La crisi si e’ fatta sentire da queste parti anche nel vostro settore?
Dal 2010. Il mondo del vino e’ una nicchia a parte, sicuramente c’è un minor impatto per le aziende a gestione familiare come la mia. Certo e’ che le ore lavorate sono minimo settanta alla settimana… Le ore in una giornata non bastano mai. Ma rimango volutamente ottimista: il mondo del vino supererà alla grande la crisi, chi produce prodotti di qualità non deve temere nulla, infatti negli ultimi anni sembra che il mercato si stia riprendendo
Avete in cantiere un nuovo importante progetto?
Abbiamo molti progetti in cantiere per sfruttare al meglio le molteplici potenzialità della nuova location, ci stiamo attrezzando per fare degustazioni , avvenimenti culturali, presentazioni di libri, ecc . L’obiettivo e’ di crescere professionalmente ampliando il ventaglio di proposte sul territorio. Il punto forte sarà l’accoglienza. Ormai si ragiona in ottica di sinergia. Il vino racconta un territorio, la sua cultura, la sua storia, i suoi paesaggi, ovviamente Aquileia non ha rivali, così da essere in grado di offrire al turista un prodotto completo e competitivo.