TOTO-REGIONALI. Le ambizioni della Bassa

1215

Piazza Oberdan: il sogno di molti, anche nella Bassa Friulana, che aspirano a uno scanno con stipendio da favola in Consiglio Regionale Fvg. Alla faccia dei tagli e dei vitalizi banditi, ai tempi del precariato e dei giovani -e non- liberi professionisti che vanno a tirar giu’ mele per pagarsi la cassa, il Consiglio Regionale rimane, che ne dica chiunque, una sorte di El Dorado.

La corsia preferenziale per le donne ha trovato una brusca interruzione con la bocciatura della legge elettorale: niente preferenza di genere. Cosi per la dem Sangiorgina Daniela Corso -per chi non lo sapesse, e’ capogruppo in Provincia- e per la dem Palmina Mian -gia’ sindaca di Ruda- a detta dei soliti esperti, da favorite ricoprirebbero oggi il ruolo di riempilista per adempiere all’obbligo delle quote rosa. Anche per la forzista Micaela Sette –gia’ sindaca di Latisana- la strada si fa in salita, ma certamente non impossibile in caso di vittoria del centrodestra. Per i Cinque Stelle la latisanese Renata Zago potrebbe persino trovarsi nell’imbarazzo di scegliere tra una lista romana e una triestina, alla luce delle sue apprezzate battaglie per la riapertura del Punto nascita di Latisana.

Oltre alle donne, altri illustri fregati dalla bocciatura della legge elettorale sono i sindaci. Guardando a sinistra, nel Sangiorgino le ultime vicende Aussa Corno pregiudicano non poco le chance del sindaco Pietro Del Frate anche solo di essere candidato in Mdp dove i giovani spingono per un ricambio e non solo a parole. L’imperatore di Palmanova, Francesco Martines, potrebbe invece abbandonare il sogno Triestino e optare per una vacanza romana senza doversi cosi dimettere, ma nel Pd la coda d’attesa e’ assai lunga. Diverso il discorso per il Sindaco dem di Fiumicello Ennio Scridel reo, dicono, di avere troppi voti, che ha la possibilità di ripresentarsi sindaco del secondo comune piu’ popoloso dell’Uti Agro Aquileiese, dopo il 24 settembre, nel caso in cui i comuni di Fiumicello e Villa scegliessero la fusione. I soliti ben informati raccontano di importanti ambizioni anche in quel di Muzzana e di Precenicco.

Gli uscenti la faranno comunque da padroni, finita l’epoca Travanut che con ogni probabilita’ tenterà la sorte romana, rimane della partita Pietro Paviotti, spesso paladino di cause poco popolari, ma che i voti sicuramente li ha, meno il movimento dei Cittadini in cui milita. Se Paviotti corresse nel Pd sarebbe quasi sicuramente eletto, invece ad oggi, dipenderà molto dal risultato del centrosinistra. Il Vicepresidente del Consiglio regionale Paride Cargnalutti, indeciso fra una candidatura alle regionali e una alle politiche, ma con lo sguardo attento alle elezioni del 2018 a San Giorgio di Nogaro dove piu’ di qualcuno lo rivorrebbe sindaco, non penserebbe proprio di andare in pensione. Ma la candidatura dell’imprenditore Sangiorgino Cesare Sguazzin, insinuata dal gia’ potentissimo assessore regionale Riccardo Riccardi in trasferta proprio a San Giorgio (vedi foto) qualche giorna fa, ha fatto rabbrividire i seguaci Cargneluttiani e anche gli amici di Franco Mattiussi, vicepresidente della provincia che magari sperava di pescare qualche voto anche fuori dal suo territorio.

Tra i favoriti per il centrodestra che troverebbero un posto al sole in una delle civiche, si leggono i nomi del segretario comunale di Latisana Mauro Di Bert, già sindaco di Pavia di Udine e l’autonomista sindaco di Carlino Diego Navaria. Attenzione alle ambizioni degli uomini di destra: i leghisti Mauro Bordin e Aberto Budai si spenderanno volentieri visto il vento a favore e lo stesso discorso vale per Gianni Candotto, Lanfranco Sette e Marzio Giau che militano in Fratelli d’Italia. La Bassa potrebbe riservare sorprese anche sul fronte Cinque stelle, terra dove Cristian Sergo si e’ speso in questi anni accanto ai comitati.

Non resta da ricordare che e’ dai tempi del leghista Arduini che da queste parti non viene nominato un assessore regionale, anche se uno dei papabili candidati per guidare la regione, Sergio Bini, affonda le sue radici proprio a Palazzolo dello Stella, che fu patria di Adriano Biasutti.