Sul Messaggero Veneto di oggi, a firma di Elisa Michellut, si puo’ leggere l’articolo “Azzerato un lavoro di 20 anni”, una riflessione sul voto dell’11 giugno a Cervignano di Alberto Rigotto. Non avendo problemi di spazio, riportiamo integralmente l’intervento di Rigotto, di cui consiglio un’attenta lettura in tutta la sua totalita’, soprattutto per quelli, per dirla come Rigotto, della “mia meta’ campo”.
“Dopo esattamente 5 anni dal mio ultimo intervento come amministratore pubblico (ancorché di minoranza) sento il dovere civico di riprendere assieme a tantissimi amici e conoscenti il filo di un discorso civico e politico che si era interrotto bruscamente.
La serata al Pasolini di circa due settimana fa organizzata dal Messaggero è stata illuminante e molto significativa. E’ emersa in modo inequivocabile l’inesistenza della controparte e la pochezza di alcuni sostenitori; la goccia che mi ha fatto davvero scattare la molla è aver sentito da un “autorevole” esponente dei banchi dell’opposizione l’affermazione che a Cervignano esiste l’acquedotto (affermazione di una ignoranza e falsità assoluta). E sono stato assalito da un enorme senso di colpa per aver abbandonato il campo 5 anni fa lasciando il volante di un auto di media cilindrata (non una fuoriserie ma un buona autovettura) che avevamo costruito in tanti anni a “ragazzi” che non hanno la patente. Risultato auto sfasciata e da rottamare.
In poco meno di 10 anni siamo riusciti praticamente ad azzerare quanto costruito in quasi vent’anni, ovvero dal primo mandato del 1990 di Mauro Travanut che sancì di fatto lo strapotere delle forze di centro sinistra al 2007.
Essere arrivati nel 2007 a 1 punto percentuale dalla vittoria (ricordo sempre a tutti contro il sindaco uscente Paviotti che 10 anni fa voleva dire tanto) e oggi, 2017 dover commentare il plebiscito di Gigi Savino con un divario da Italia –Liechtenstein, che ha preso il doppio dei voti rispetto all’avversario, è un risultato che deve far profondamente riflettere.
Innanzitutto deve riflettere Savino stesso che con un consenso così ampio può fare davvero grandi cose per la nostra comunità. E’ nelle migliorie condizioni; è al secondo mandato (quindi non ha più problemi di rielezione e può prendere decisioni anche senza pensare al consenso), con un consenso ampio, è stato eletto con un gruppo di consiglieri relativamente omogeneo. Può prendere decisioni senza molte pressioni o condizionamenti. L’ho ascoltato attentamente al Pasolini, ci sono davvero molti contenuti e quello che ha fatto per la comunità in questi anni (anni in cui fare il sindaco credo sia il peggior mestiere del mondo, tutti ti massacrano e sono arrabbiati, soldi non ce ne sono e tutti vorrebbero la luna) in larga parte è stato positivo.
E’ mancato però il dibattito sulle cose importanti; Savino potrà legittimamente affermare perché non aveva persone con cui farlo.
Personalmente credo nel confronto, non sopporto più questa politica dell’essere contro a prescindere, quando lo propone l’altra parte. Per questo mi ero brutalmente allontanato, sbagliando però. Oggi (è un mio pensiero) allontanarsi dal dibattito politico perché non si condividono temi e metodi, è un grave errore perché si lascia il campo agli scellerati e perditempo e si lasciano isolati i pochi uomini rimasti di buona volontà. Tra questi annovero il sindaco Savino al quale nei prossimi mesi offriremo le nostre idee per la comunità in un dibattito che spero possa uscire dalle mura del palazzo municipale e dal teatrino della politica di oggi.
Parlo al plurale perché nei prossimi mesi cercheremo assieme ai moltissimi che si sono fatti vivi in queste settimane, di ricostruire un gruppo di lavoro che nel 2007 aveva consentito di arrivare a un passo da un risultato importante.
Per quanto riguarda la mia metà campo (quella che oggi ho una difficoltà enorme a riconoscere e a riconoscermi), la drammatica sconfitta ha padri e motivazioni ben precise. Non certo chi ha avuto il coraggio di scendere in campo, in primis Di Meglio e i suoi candidati; agli sconfitti sul campo, va sempre tributato l’onore e l’orgoglio di aver difeso i propri colori. Ma a chi ha condotto e sta ancora conducendo da anni la politica del centro destra nella Bassa e in Regione.
Vedo male il futuro; vedo in Forza Italia in particolare grande concentrazione su voti personali e su candidature personali; quell’accanimento che ha portato Riccardi e Mattiussi a negare più candidature proposte a sindaco di Cervignano nell’ultimo anno, per poi convergere su Di Meglio, credo unico candidato in grado di garantire (su Cervignano) futuro sostegno alla scalata di Riccardi a possibile candidato alla presidenza della giunta regionale e a Mattiussi candidato consigliere regionale.
L’accanimento che portato su scala regionale porterà a una probabile sconfitta. La campagna elettorale di Cervignano è l’emblema. Zero contenuti (parlo del centro destra) solo critiche alla maggioranza e nessuna proposta. Un po’ come sta facendo Riccardi in Regione; solo contro alle riforme della Serrachiani ma proposte ZERO.
Cervignano è stata sempre precursore di quanto poi sarebbe avvenuto su scala regionale; che Riccardi e Mattiussi riflettano profondamente e magari abbiamo il coraggio di riconoscere che Cervignano è un loro errore in primis, errore grave. Ho notato però silenzio assordante in questi giorni.
Errore grave che cercheremo di rimediare. Ci vorrà molto tempo visto l’azzeramento al quale abbiamo assistito. Ripartiamo anche da chi siederà in consiglio comunale ma ripartiamo dai tantissimi che sono rimasti fuori da tanto tempo. L’obiettivo è costruire un gruppo in grado di presentarsi agli elettori dicendo, senza abbassare lo sguardo, che è in grado di governare la città.
Diciamocelo chiaro, negli ultimi trent’anni di fatto solo il centro sinistra è stato in grado di farlo.
Ps. Io ho già dato, nel senso che ho già fatto il candidato sindaco e ho perso. Credo che anche nella mia metà campo ci possano essere alcuni nomi in grado domani (tra cinque anni) di potersi candidare a sindaco. Io mi metto a disposizione della comunità per parlare di Cervignano e di come renderla ancora più bella, accogliente e vivibile; questo ho voglia di fare per il futuro non altro.”
Riccardi ? e chi è ?