(Satira) Scrivere che Savino avesse bisogno di un confronto pubblico per vincere queste elezioni, sarebbe da iporita. Il sindaco uscente, nel mio modo di intendere la politica Cervignanese, ha vinto il giorno stesso in cui il centrodestra –non tutto a onore di cronaca- ha deciso di depositare la lista. Questo ragionamento, per chi lo vuole intendere, va oltre i numeri che regalera’ l’urna l’11 giugno.
Il confronto pubblico spesso nuoce a chi amministra e aiuta chi fa opposizione facilitato dal proporre un cambiamento, ma un minimo di proposte e un minimo di dialettica sono comunque richiesti. Pur nell’emozionabilità della persona, innegabile dal numero di bicchieri d’acqua bevuti, non si discute la preparazione, ma soprattutto la dignità di rappresentare l’istituzione di Savino (1 a 0). Poi su alcune idee e sul modo spesso e volentieri non mi allineo, ma non posso negare la progettualità in assenza, tra l’altro, di alternativa.
Ritorniamo al confronto. Non e’ mai facile misurarsi, mettersi in gioco e mostrarsi ai compaesani con i propri limiti emozionali. Qualcuno diventa aggressivo, qualche altro preferisce la difensiva. Domani nessuno si ricorderà dei 10 km di tubi di acquedotto, della funzionalità dell’Uti, della caserma, ma rimarranno sicuramente piu’ a lungo le parole scurrili -da talk show di basso livello- su meridionali e unioni civili (2 a 0). Mi auguro che i miei amici Cervignanesi che in qualche modo si possano sentire offesi, non perdano il sonno, non ne varrebbe proprio la pena.
Pochi i passaggi degni di nota. Assenti quelli politici.
Il lungo confabulare fra Mauro Travanut e il giovane Petiziol non e’ passato inosservato e in molti si sono chiesti cosa avessero così tanto da dire a giochi fatti. Non e’ fuggita nemmeno la dipartita con largo anticipo dei due consiglieri regionali, gia’ sindaci, Travanut e Paviotti. La serata e’ anche figlia dei loro tempi.
Peccato non ci fossero, perché la chiusura ha regalato il meglio, quando il raccontare l’episodio di goffezza dell’avversario, ha invece evidenziato l’inadeguatezza del far politica (3 a 0 e nemmeno in contropiede).
Meglio pensare a sabato quando tocchera’ alla Juve giocare e non certo al Pasolini 🙂