FUSIONE AQUILEIA-TERZO. Arriva l’ok di Terzo con la minoranza contraria. Fra il pubblico anche Travanut

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E’ arrivato ieri sera l’ok anche del consiglio comunale di Terzo per l’avvio dell’iter della fusione con Aquileia con 9 voti favorevoli e 4 contrari dell’opposizione che motiva con la dichiarazione letta dal consigliere Massimiliano Boccalon, integralmente in calce. Una ventina le persone presenti, numeri da stadio da queste parti almeno a detta dei consiglieri comunali. Non e’ sfuggita la presenza fra il pubblico del consigliere regionale, originario proprio di Terzo di Aquileia, Mauro Travanut dell’Mpd la cui posizione sulla fusione Aquileia-Terzo e’ ben nota in paese.

I passaggi più significativi sono del sindaco Michele Tibald che si spende politicamente a favore della fusione, una scelta coraggiosa visti i precedenti in giro per la regione, e della capogruppo del Partito Democratico Barbara Vatta, addetta di segretaria dell’assessore regionale Panontin un tempo leghista e oggi in giunta Serracchiani, tra le cui deleghe c’e’ proprio quella degli enti locali. Due interventi che lasciano certamente intendere come la maggioranza creda nella bonta’ della fusione e come il Partito democratico si faccia carico politicamente del risultato referendario.

Una nota di colore: non era mai capitato a chi vi scrive di vedere un sindaco entrare in sala consigliare e non salutare un consigliere regionale seduto fra il pubblico. Come si dice, c’è sempre la prima volta.

Dichiarazione di voto del gruppo consigliare Lista Civica per Terzo:

Il gruppo consiliare Lista Civica per Terzo esprime voto contrario alla delibera sul progetto di fusion dei comuni di Aquileia e Terzo di Aquileia.

Suddetta scelta e frutto di un attento e ponderato studio sul percorso intrapreso dai sindaci dei rispettivi comuni che hanno portato alla delibera della Giunta Regionale 2616 del 29 dicembre 2016.

Quello che si intraprende vista la delicatezza dell’argomento, andrà ad interessare sia l’aspetto organizzativo della macchina comunale con la quale si erogano i servizi ai cittadini ma anche l’aspetto emotivo ed identitario dei due paesi in cui la visione campanilistica del territorio è un elemento fondate e molto radicato.

Per quanto premesso, noi crediamo che la scelta di aprire il percorso di fusione per quanto legittima da parte della maggioranza presenti numerose criticità; in primo luogo ci saremo aspettati una condivisione sia con il nostro gruppo consiliare ma in particolare con la popolazione e questo avrebbe dovuto essere elemento imprescindibile per arrivare alla richiesta alla Regione FVG.

Siamo stati coinvolti solo alla presentazione dello studio di fattibilità preparato dai tecnici del Com.Pa durante le due sedute condivise con i consiglieri del comune di Aquileia. Prima ci fu una semplice comunicazione del sindaco alla nostra capogruppo. Oggi, a soli 90 giorni dalla conferma da parte della Regione dell’inserimento di questo progetto di fusione tra quelli messi a bilancio per il 2017, dobbiamo dare un parere vincolante nella sostanza (e cioè il nome del nuovo Comune e la sede delCapoluogo) ma non altrettanto nella forma, in quanto l’iter proseguirà fino al referendum indipendentemente dalla delibera che uscirà dal voto di questo consiglio le cui spese sono comunque a carico della collettività.

Noi crediamo che un cambiamento così sensibile per i nostri concittadini, avrebbe dovuto passare prima attraverso quelli che sono i due attori principali, che sono la gente ed il territorio (inteso come attività produttive, associazioni, circoli culturali, ecc). Invece questo è mancato e soprattutto nel programma elettorale con il quale vi siete presentati alla cittadinanza non vi era menzione di questo progetto.

Così come mancano del tutto i progetti che si intendono realizzare con i fondi pubblici destinati dall’ente regionale per incentivare queste aggregazioni comunali e quali saranno effettivamente le economie che si andranno a produrre.

L’ottimizzazione dei servizi resi ai cittadini, che deve rappresentare il punto di partenza del progetto, non sono certamente un assioma che deriva dalla semplice fusione dei due comuni, ma bensì questa si produce solamente con una buona organizzazione delle risorse, siano queste umane o finanziarie. Questa organizzazione, ad oggi, vede già attivi alcuni settori coinvolti nelle associazioni intercomunali come la Polizia locale, Tributi, Personale, Ragioneria e quindi crediamo che se ci sono delle inefficienze andrebbero analizzate e risolte in quel contesto. Superata la fase di rodaggio tutte le attività dell’Ente saranno poi una prerogativa gestionale delle U.T.I. nella quale confluiranno

Il nostro no non vuole rappresentare una chiusura a prescindere, ma crediamo che dare alla nostra comunità la possibilità di una scelta consapevole avrebbe dovuto essere il primo passo da affrontare invece oggi ci troviamo a deliberare su una scatola chiusa.