“Riapre il punto nascita di Portogruaro. Portogruaro sarà l’ospedale di riferimento per l’area materno infantile della bassa friulana occidentale e non solo.
Il Veneto ascolta il territorio, il Friuli no. Forse è il caso di ripensare anche i confini regionali“
Attaccano la governatrice Serracchiani i sindaci dell’Uti Riviera e lo fanno senza mezze misure. Ad alzare i toni sulla questione punto nascita, non sono solo i sndaci di centrodestra, ma anche i sindaci di Muzzana, Precenicco, San Giorgio di Nogaro, Marano e Lignano. Un altro segnale politico e’ la presenza, certamente non casuale, del sindaco di Latisana Daniele Galizio al convegno di Sergio Bini. Con Galiziio presenti il vicesindaco e un assessore. Il vento cambia.
“L’annuncio del Presidente della regione Veneto Luca Zaia, che riapre il punto nascita di Portogruaro, è l’ennesima dimostrazione della cattiva programmazione sanitaria della regione Friuli Venezia Giulia, che ha chiuso il punto nascita di Latisana puntando a concentrare le nascite su Palmanova lasciando scoperto un vasto territorio, da San Donà di Piave a Palmanova, comprendente le spiagge di Lignano e Bibione, con disservizi e gravi rischi per le gravide e i bambini.
Ciò che è avvenuto, peraltro, in questo anno di chiusura, dimostra che l’attrazione di Palmanova sul Latisanese e sul veneto Orientale è marginale quando non addirittura deterrente, considerato che il numero dei parti del primo trimestre 2017 a Palmanova è nettamente in calo mettendo a rischio di chiusura lo stesso punto nascita di Palmanova.
La fiaba della sicurezza del parto garantito solo in presenza del pediatra è oramai stata smascherata sia dal fatto che una parte consistente delle gravide del latisanese e del veneto orientale hanno preferito partorire presso la struttura privata del Policlinico San Giorgio di Pordenone, con la presenza del pediatra solo su 12 ore come a Latisana e che altrettanto accadrà presso l’ospedale di Portogruaro, con strutture di accoglienza (sale parto nuove) nettamente inferiori rispetto a quelli realizzati a Latisana.
Inoltre il presidente della Regione Veneto Zaia, intervenendo a coprire un vuoto di servizio sempre più pericoloso, dimostra di essere chiaramente più autonomo da Roma diversamente dalla presidente Serracchiani, affidando la sicurezza alla competenza professionale e all’organizzazione responsabile degli operatori rispetto a schemi e linee guida di un astratto ed inconsistente numero dei parti come requisito della sicurezza, così come era già stato ampiamente dimostrato negli anni nei quali erano avvenuti i parti a Latisana.
L’Amministrazione Regionale, in contrasto persino con la legge di riforma sanitaria, ha deciso in questo modo di rinunciare alle iniziative di attrazione e di valorizzazione dei servizi sanitari presenti nel territorio e di praticare una politica di accentramento sui grandi ospedali, sguarnendo pericolosamente il territorio.
Pare evidente che il declino della sanità regionale coincide con il declino della specialità regionale, promosso a questo punto in modo ufficiale dalla Amministrazione Regionale, che rinunciando alle politiche di attrazione nei confronti dei territori vicini pone a questo punto agli amministratori locali l’interrogativo se promuovere referendum di cambiamento di regione prendendo atto che il Veneto si dimostra più attento alle esigenze dei territori di frontiera.”
FONTE del comunicato Uti www.galizio.it