FUSIONE TERZO-AQUILEIA. TRAVANUT: “Si mettano insieme i servizi, ma non si spengano le comunità”

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Questo matrimonio non s’ha da fare. Chiaro, anzi chiarissimo il pensiero del consigliere regionale dem Mauro Travanut in merito alla fusione del comune di Terzo di Aquileia con Aquileia. Stamattina quello di Travanut era l’intervento piu’ atteso previsto al convegno organizzato dalla Lista Civica per Terzo “Nuove Uti e fusioni tra comuni”. Sala gremita. Lo scetticismo emerso gli scorsi giorni oggi ha trovato conferma.

“Al di là del numero, quello intrapreso con le Uti e’ un indirizzo serio.”  Ha spiegato Travanut stamane “La provincia di Udine cosi come concepita non ha le condizioni per una politica di sviluppo economico attenta a tutte le sue parti. Non puo’ farcela.

Ogni cambiamento di carattere istituzionale legato a una penna che ritaglia uno spazio per i comuni, prima di entrare in regime incontrerà delle difficoltà. Ma la via e’ quella. Si mettano insieme i servizi, ma non si spengano le comunità.” Travanut va oltre “Avere la stessa lingua, la stessa fonetica. Tra Terzo e Aquileia non c’e’ la stessa fonetica. La differenza solamente della parlata e’ una cosa bellissima e che non venga uniformata lo e’ ancora di piu’.

Una comunità e’ un insieme di sentimenti, prima che di servizi. Il sentire, l’avere un proprio modo d’essere in un mondo che cerca sempre piu’ di uniformare. La differenza e’ la divinita’. “

Travanut porta all’attenzione l’esempio negativo di Torviscosa e San Giorgio di Nogaro che avevano affrontato il percorso di unione fra comuni, ricevendo benefici elevati dalla regione, ma, come ben si sa, l’esperimento e’ fallito e oggi i due comuni hanno scelto di essere addirittura in due Uti differenti.

“Mi esprimo perche’ mi sento di Terzo.” Conclude Travanut “E dico che tra Terzo ed Aquileia ci sono delle differenze grosse e io sono contento che ci siano. I servizi devono essere condivisi, ma i servizi non sono l’anima della comunita’.”

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