Da Stoccarda a Jena
Georg Wilhelm Friedrich Hegel nasce a Stoccarda il 27 agosto 1770,otto anni dopo Fichte, cinque anni prima di Schelling e quarantasei anni dopo Kant. Quattro filosofi che rappresentano la parte classica della filosofia tedesca. A differenza degli altri tre, essendo figlio di un funzionario dello stato, non ha difficoltà di carattere economico. Frequenta il Ginnasio a Stoccarda, ama la cultura greca, un po’ meno la cultura latina. Nella Fenomenologia dello spirito -sesto capitolo- scrive, in ragione della cultura latina, che l’unica preziosità e’ rappresentata dal diritto romano. Nel 1788, finito il liceo, decide per la facoltà di teologia a Tubinga, ospite come borsista nel locale seminario, lo Stift, non apprezza le discipline vigenti del collegio, ne’ i metodi d’insegnamento. Incontra lì il coetaneo Friedrich Holderlin e il piu’ giovane Schelling con i quali condivide la camera, l’amore per la cultura greca e lo spirito della Rivoluzione francese. I tre hanno piantato l’albero della libertà a simboleggiare la forza di quello che sta capitando. Si laurea a pieni voti nel 1793 come lo stesso Holderlin.
Da Berna a Jena –La fenomenologia dello spirito-
La preparazione era volta a una carriera ecclesiastica che nessuno dei tre, invece, decide di intraprendere. Hegel sceglie una via mediocre per mantenersi: il precettore. Esce dalla Germania per andare in Svizzera, a Berna, dove si fermerà per tre anni. Scrive dei testi di carattere religioso che non sono studiati attentamente nel corso dell’Ottocento ma solo all’inizio del Novecento: La vita di Gesu’ dove si sente la preparazione Kantiana illuministica e Lo spirito del Cristianesimo di carattere piu’ ampio. Nel 1796 Hegel conclude l’esperienza a Berna grazie a Holderlin che lo aiuta a tornare in patria come precettore. A Francoforte allarga i suoi interessi: politica, economia, studia leggi inglesi e francesi. Nel 1799 muore suo padre. Questo gli consente di vivere di rendita e di occuparsi solo dello studio. Lascia Francoforte per Jena, ancora in contatto con Schelling che a 24 anni e’ diventato professore ordinario al posto di Fichte. Supera l’esame per diventare libero professore con tesi “De Orbitis Planetarum”(astronomia e matematica) e inizia ad insegnare logica e metafisica. Le aule non sono piene, del resto l’arte oratoria non e’ il suo cavallo di battaglia. Oltre a insegnare collabora con Schelling al Giornale critico della filosofia. Nel 1802 scrive la Differenza tra il sistema di Fichte e quello di Schelling, il primo testo filosofico di Hegel. Nel 1807 si consuma la rottura tra i due con la Fenomenologia dello spirito, dove Hegel descrive l’evoluzione della coscienza com’è in tutti noi –semplice- fino ad arrivare alla coscienza assoluta. E’ il romanzo di formazione. Non aveva ancora scritto la prefazione quando il 13 ottobre 1806 vede l’anima del mondo a cavallo entrare a Jena. La Fenomenologia si compone di tre parti: l’introduzione, il romanzo della coscienza e la prefazione che finirà all’inizio del 1807. La prefazione e’ la parte piu’ difficile, dove condensa tutto e dove si consuma la rottura con Schelling. “Questo tuo Assoluto che tu dici essere unita’ indistinta tra essere e non essere, tra spirito e natura, tra soggetto e oggetto e’ una notte in cui tutte le vacche sono nere”.
Da Bamberg a Norimberga
In quel tempo Jena, come tutta la Prussia e’ in ginocchio, lo stesso Hegel vive una grossa crisi economica essendo un libero professore. E’ costretto ad andare a Bamberga come giornalista della Gazzetta di Bamberg. Nel 1808 diventa direttore del Ginnasio di Norimberga. Nel 1812 scrive La grande logica,un’opera di un’astrattezza estrema, molto complicata, in cui descrive l’Assoluto prima che diventi Natura. Vive a Norimberga fino al 1816. Nel 1816-17 a Heidelberg diventa professore ordinario di filosofia per due anni. Negli stessi anni scrive l’Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, il programma a cui attinge per le lezioni.
Berlino
Nel contempo Fichte e’ ritornato in auge con I discorsi sulla nazione tedesca mentre l’Universita’ di Jena inizia a scricchiolare insieme al suo filosofo di riferimento Schelling. Berlino e’ destinata a diventare capitale politica e quindi filosofica. Fichte muore nel 1814. Nel 1818 Hegel viene nominato professore ordinario all’Università di Berlino. Scrive ancora un testo nel 1821 I lineamenti di filosofia del diritto, ispiratore di politiche fra loro opposte. Il pensiero di destra e quello di sinistra. Non scrive piu’ ma febbrilmente tiene i corsi. Gli studenti riempiono le aule, si racconta di come Schopenhauer abbia tentato di misurarsi con lui tenendo le lezioni nelle stesse ore. Inutilmente. Storia, estetica, logica, religione, storia della filosofia, metafisica… le aule di Hegel saranno sempre stracolme. Grazie agli studenti oggi si puo’ leggere la parte razionale della religione di Hegel, l’estetica, la storia della filosofia… I testi che lui non ha scritto, sono racchiusi nelle sue lezioni. Muore il 14 novembre a 61 anni vittima della stessa sorte di Fichte. Viene sepolto, per sua volontà, proprio vicino a Fichte, a Berlino.
Hegel ha scongiurato insieme a Kant, Fichte e Schelling il pericolo che arrivava dagli inglesi. Ha intrapreso la battaglia tra due scuole di pensiero: quella inglese e quella continentale-tedesca. Una battaglia che ha salvato la filosofia intesa non come amore della conoscenza, ma come strumento per guadagnare le cose ultime del mondo, il loro senso riposto. La filosofia non ha rinunciato al diritto di guidare lo sforzo di tutti gli uomini a realizzare il dominio razionale sulla natura e sulla società. Per dominare razionalmente la natura e la società l’uomo ha bisogno della verità intesa come senso ultimo delle cose. La verita’ senza la quale l’azione pratica non puo’ essere intrapresa. Senza la quale non potremmo governare natura e società.
Siamo così giunti nel cuore della cosa. Travanut si è soffermato sulle parti leggere, informando, però, che il cammino adesso si farà arduo e la “salita” costerà un bel po’ di energie. Avvertiti: dal 12 gennaio, ci aspetterà l’aria rarefatta della… cima. Tutti ormai sono consapevoli e non mancheranno certo all’impegno.
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