IL “PUO’ CAPITARE” DI FRANCESCO MARTINES di Arianna e Le Sbilfe

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Più che un imperatore Francesco Martines, sindaco di Palmanova, oggi sulle pagine del Messaggero veneto appare un cavalier servente. Ahinoi, non sempre si può essere impavidi. Ma spieghiamo l’arcano. Il  blitz di ieri dei carabinieri – sono arrivati in 25 – ha riguardato l’albergo della citta’ stellata che ospita i richiedenti asilo. I militari della compagnia di Palmanova hanno dato esecuzione al provvedimento dell’autorità giudiziaria che disponeva la perquisizione di una stanza dell’albergo in questione. L’indagine riguarda un possibile spaccio di sostanze stupefacenti a Palmanova.

Insomma tra le giostre, i musical e gli elicotteri Unesco si nasconderebbe la possibile piaga della droga anche a Palmanova,  realtà ormai multietnica, in cui quest’estate la sera in piazza si poteva tranquillamente pensare di essere nella tanto decantata Eurabia per il numero di donne velate e il numero di ragazzotti in età da fidanzata. L’integrazione da queste parti non ha trovato grandi intoppi. La canzonetta “va sempre tutto bene” e’ cosi radicata da esser cantata anche in lingue sconosciute ai piu’. Insomma, il nostro imperatore non fa mancare niente a nessuno.

Leggere, però, sul Messaggero veneto di oggi, le dichiarazioni di Francesco Martines, ha un sapore diverso: nessuna paginona sul Notre-Dame de Paris o di mura dorate, ma un umile trafiletto rigorosamente lontano dalle pagine dell’”impero”, nella triste pagina dedicata ai profughi (ma non si diceva richiedenti asilo?). E allora tra tutti gli identificati, oltre al collezionista di sim, ben sei, si aggiungono due afghani, uno dei quali con precedenti per spaccio, che con l’albergo non c’entrano nulla. Uno è richiedente asilo che non rientra tra quelli accolti a Palmanova, l’altro non ha piu’ il diritto di ospitalità. Tutto normale? Perche’ no?! A sentir Martines “puo’ capitare”…

Ah Sbilfe ricordami che i prossimi giorni ti racconto di quel presepe nella Bassa friulana che tanto fara’ discutere perché raffigurerebbe lo sbarco dei profughi, pardon, dei richiedenti asili. Con che soldi lo farebbero? Con contributi pubblici, che discorsi… Sì, e accade sempre in uno di quei comuni dell’ ex piccola Russia della Bassa friulana che tanto sbandierano l’integrazione, purchè avvenga nel comune limitrofo. 

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