AQUILEIA. TROSIA RACCONTATA NEL LIBRO DI ELENA PUNTIN

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Una donna vissuta ad Aquileia oltre 2000 anni fa. Il suo nome e’ Trosia, schiava lavoratrice, morta libera grazie al suo lavoro di filatrice a domicilio. A raccontare la sua storia, in un meraviglioso libro per bambini, “Io tesso con il cuore” e’ Elena Puntin proprietaria della bottega Fila Fiabe ad Aquileia.
Ieri e’ stata una bella serata organizzata dall’Assessorato alla Cultura di Aquileia, presentata con grande eleganza dalla giornalista Elisa Michellut, con gli intervanti dell’Assessore alla cultura Luisa Contin, della dottoressa Gabriella Brumat Dellasorte e, naturalmente, della scrittrice, nonché artista-artigiana Elena Puntin.

Trosia, la protagonista del racconto di Elena Punti, oggi abita nel museo archeologico e il suo nome si puo’ leggere su una lapide funeraria. Una donna non certamente importante, ce ne sono state altre come chi e’ ricordata per i doni al Dio Giove, diretta discendente di un colono fondatore di Aquileia. Un’altra ancora dono’ un sacco di soldi alla municipalità per rifare il lastricato romano dal foro a porta marina. Trosia, invece, non era importante. Nata schiava e poi diventata una liberta. Aveva fatto costruire da viva la sua lapide funeraria e acquistato un piccolo appezzamento lungo la via che andava da Aquileia a Trieste. La lapide e’ stata ritrovata alla Colombara nel 1935. Sedici piedi quadrati. Nell’iscrizione si scopre che pur essendo una liberta, aveva dei liberti. Aveva, cioè, potuto comprare degli schiavi a cui aveva dato la libertà. Come era potuto accadere? Lei era una donna lavoratrice nell’età romana più antica, il primo secolo a.C. Una lanifica che andava a filare di casa in casa. Siamo in età repubblicana. In quel tempo una donna nasceva, si sposava e si occupava dei figli e della casa. Filare la lana era il compito della donna.

L’Imperatore Augusto non indossava nessun indumento che non fosse uscito dalle mani di sua sorella Ottavia, di sua moglie Livia, di sua figlia Giulia ecc. Le donne della corte filavano la lana per i loro uomini. Aquileia nel primo secolo a.C. era ancora una citta’ in via di sviluppo. Trosia doveva possedere capacità non comuni. Se, infatti, tutte le donne tessevano, cosa aveva Trosia di così speciale? Perché avevano bisogno lei? Evidentemente Trosia creava un filo di lana bellissimo. Solo così si può spiegare il fatto.

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Elena Puntin si e’ ispirata a questo personaggio storico per scrivere la sua storia. “Ho conosciuto la storia di Trosia grazie a un’amica che mi ha portato degli appunti. Sono rimasti chiusi in un cassette, poi mi sono trasferita ad Aquileia e ho ripreso in mano la storia. Ho contattato Gabriella Brumat Della Sorte che mi ha raccontato ulteriori dettagli. Quella notte non ho dormito nulla.” Nasce cosi’ l’idea di scrivere il libro “Io tesso con il cuore”

Trosia ha creduto nei suoi sogni e nei suoi talenti, e’ diventata un’imprenditrice. Ha comperato la sua libertà .” Puntin conclude “Oggi piu’ che mai e’ il momento di credere nella creatività manuale”

Il libro e’ il biglietto da vista di Elena Puntin. Un lavoro completamente artigianale: copertina di lana, materiale tattile adatto per i piu’ piccoli, grafica accattivante, tradotto in inglese e friulano. Anche il titolo e’ stato cucito a mano.

Emoziona e si emoziona Elena Pontin. Un esempio perfetto il suo di marketing personale e per il territorio, di come abbinare un prodotto di eccellenza al marchio di Aquileia. Un’artista la Pontin prima che artigiana.

L’ultimo pensiero e’ per Troisa, una donna ricordata ieri sera ancora dopo 2.000 anni, invece del suo padrone, per giunta uomo, se ne parla solo in quanto suo di padrone. Il tempo e’ proprio galantuomo. Oggi il suo fantasma puo’ essere felice perche’ inizia una nuova sfida oltre Aquileia, oltre quelle mura che l’avevano vista una schiava liberata. Grazie alle idee e alle mani di Elena Puntin la sua storia e il suo nome, attraverso il libro oggi e una linea con il suo marchio domani, arriveranno magari fino a Roma… Chissà se Trosia avesse sognato anche questo…

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