A Cervignano del Friuli il punto d’aggregazione principale per i giovani è la Parrocchia, una tendenza forte che non trova riscontro in altre realtà della bassa friulana. Don Moris, originario di Chiopris vicino a Palmanova, vive ormai da sedici anni a Cervignano del Friuli, ed è il miglior testimone, secondo molte persone che in questi mesi ho intervistato, di questa realtà che anno dopo anno si è consolidata. Sacerdote giovane, molto rispettato e ascoltato in paese, Don Moris affianca il Parroco Don Dario Franco, nelle molte attività che la Parrocchia offre ai giovani e meno giovani.
Cervignano è una comunità eterogenea, il friulano è ancora una lingua utilizzata durante le messe?
Le messe in friulano sono poco richieste, una volta all’anno, da calendario, viene celebrata una messa in lingua friulana nella Chiesa di Scodovacca. Per quel che mi riguarda faccio parte della Commissione liturgica per la traduzione dei testi in lingua friulana. Il Cervignanese, infatti, è una comunità eterogenea in cui “il friulano” è solo una parte, non penso più la maggioranza, certamente il nucleo storico.
Ci sono stati molti influssi…
C’è stato un forte influsso di persone provenienti dal Sud, di militari che poi si sono sposati e sono rimasti a vivere in paese. Per quel che riguarda le persone provenienti dall’ex Jugoslavia, c’è una buona componente, ma non eccessivamente rilevante, numericamente parlando.
Rispetto ad altre Comunità, a Cervignano la Chiesa è un punto di riferimento per i giovani. Come mai?
La Chiesa ha sempre investito sui giovani, è un indirizzo che, avendo radici profonde, non può che dare i suoi frutti. E’ stato preso un orientamento ed è stato perseguito negli anni. Le scelte sono state e sono nella sensibilità dei vertici della Parrocchia.
Qual è il segno più tangibile?
La ristrutturazione del ricreatorio sicuramente. Un grande investimento costato anche molta fatica che risale ancora agli anni Novanta. Questa la parte materiale, poi di ancor più valore, se vogliamo, è l’investimento formativo. Importantissimo.
Don Moris, quando arriva a Cervignano?
A settembre del 2000 in affiancamento a Don Paolo, oggi parroco di Cormons. Subentro nel 2004 quando vengo ordinato.
Che percorso si intraprende per prendere i voti?
Il mio percorso parte dal seminario a Pagnacco durato sette anni. I primi due anni si passano nella propria comunità di origine, la comunità di appoggio. Il terzo anno la scelta del luogo spetta al Vescovo.
Come sono cambiati i giovani di Cervignano in questi sedici anni?
(Sorride) Hanno avuto lo stesso cambiamento dei giovani di altre realtà, non credo che Cervignano sia un caso a se’ ma rispecchia la società in cui viviamo. Certamente l’avvento dell’informatica ha creato una generazione, in special modo negli ultimi anni, fortemente ‘social’.
Si rischia un maggior individualismo?
Certo è un rischio forte. Nessuno, tengo a precisarlo, mette in discussione la validità degli strumenti informatici… anzi… l’importante è la modalità d’uso. Un po’ come per tutte le cose.
Il cellulare?
E’ nato per telefonare e adesso i ragazzi lo usano per tutto tranne che per parlare… per alcuni è già il regalo della Prima Comunione.
La crisi come l’avete sentita?
C’è e si sente purtroppo. E’ attivo il nostro centro di ascolto della Caritas e due volte alla settimana c’è la distribuzione della spesa a chi è in difficoltà. Da una decina d’anni, prima in sordina e poi in maniera sempre più forte, le esigenze si sono amplificate. Molte le famiglie extracomunitarie in difficoltà, qualcuna anche locale. Il problema enorme rimane il lavoro.
Ci può aiutare con uno sguardo d’insieme alla realtà della Parrocchia?
Il Ricreatorio, come già detto, è il punto d’incontro fisicamente più importante dove si svolgono molte attività. Così si incontra il Teatro Briciole d’arte, ma anche meravigliose realtà di animatori o associazioni come gli Scout e Azione Cattolica legati sempre all’educazione ma con metodologie diverse. Una nota di merito al periodico Alta Quota scritto dai nostri ragazzi e alla Radio Presenza. Informare è importante. Un grande merito ce l’ha il mercatino solidale che meriterebbe un capitolo a parte. E un occhio di riguardo, ovviamente, per l’asilo parrocchiale.
Insomma una gestione formativa importantissima.
Ci tengo a precisare che è tutto nelle mani dei volontari che sono da sempre la vera forza.
I giovani hanno fede?
Non posso dire che i giovani non abbiano fede, la difficolta’ più grande rispetto al passato è il vivere una dimensione comunitaria della fede. Si tende a non andare a messa la domenica come avveniva un tempo, c’è una difficolta’ a viverla non indifferente.
E’ cambiata anche la famiglia…
Certamente. Le famiglie di Cervignano rispecchiano le altre realtà con famiglie allargate o di single.
Secondo lei, i ragazzi sono più forti rispetto a sedici anni fa?
Hanno tanti strumenti ma se poi gli manca il fazzoletto da naso entrano in crisi. Non credo.