LATISANA. PAN DI ZUCCHERO raccontata da MARISA CECCATO

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Marisa Ceccato e’ un’imprenditrice molto conosciuta e stimata a Latisana, Presidente dell’Onlus Pan di Zucchero che, insieme ad altri 40 volontari, si prodiga in varie mansioni. Sono 10.000 le ore di lavoro donate da questi volontari ogni anno a sostegno dei bambini nel mondo e alla famiglie in difficoltà sul nostro territorio.

Marisa, quando inizia la sua avventura?

Nel 2006 quando con Rita Montanier mi sono recata in Brasile per conoscere la numerosa famiglia di Sandra che la mia famiglia aiutava da anni e per visitare la missione Minas Novas. La situazione ci e’ stata proposta da Don Plinio Galasso missionario originario di Latisana e missionario in Brasile che ci ha molto sensibilizzato. Proprio durante una di quelle notti, dalla baia di Rio guardando le montagne illuminate dalle favelas, e’ nato il nome Pan di Zucchero.

E’ andata a visitare le favelas?

Si’ e ho visto l’inferno. Da quel momento e’ scattato qualcosa. Ho iniziatto a svuotare la casa del superfluo e a venderlo nei mercatini. Da principio chissa’ cosa avranno pensato… (ride)  poi quando la comunita’ latisanese ha capito l’intento di raccogliere fondi per chi ha bisogno c’e’ stata una vera e propria mobilitazione. Il ricavato inizialmente era quindi dedicato al Brasile.

E poi?

Il primo passo sono stati i mercatini, nel 2006 e’ stata istituita l’Associazione Pan di Zucchero grazie anche a Rita Montanier e nel 2007 l’Associazione e’ diventata Onlus. Il centro di aggregazione apre nel 2009-10

Ma non ci sono solo i progetti per il Brasile…

Assolutamente, ho iniziato a viaggiare per vedere di persona posti e situazioni, di solito in seguito a segnalazioni.

Quali i progetti in piedi?

In Brasile sosteniamo la Missione di suor Anna Maria Ortelli, che ospita 90 bambini dell’asilo e 180 adolescenti del programma Don Bosco, per crescerli lontano dai pericoli. Portiamo aiuto economico a tante famiglie indigenti delle periferie e stiamo ristrutturando la casa di riposo. Poi Uganda e India…

Partiamo dall’Uganda…

Speriamo di garantire un futuro a ragazzi meritevoli dagli 8 ai 16 anni con borse di studio, con un occhio di riguardo alle bambine perche’ avranno piu’ difficolta’ e solo la scolarizzazione puo’ renderle libere. Le donne vivono in una condizione di schiavitu’ . Le scuole pubbliche sono carenti, si pensi che una classe conta 200 bambini. Le scuole private sono inacessibili per i costi. Ogni borsa di studio e’ di circa 400 euro all’anno.

L’India…

Abbiamo restaurato la casa famiglia di Kesaragere in India che ospita circa 40 bambini orfani raccolti per strada. La zona e’ Agricola, povera e poco sviluppata, un territorio arido, non piove quasi mai e nel distretto non ci sono fiumi. Anche qui c’e’ poco rispetto per le donne, purtroppo.

Come segue i progetti?

Vado sul posto, mi rendo conto della situazione, rientro e preparo il piano di raccolta fondi. Il progetto viene finanziato e poi ritorno a vedere come vengono spese le nostre donazioni.

Chi le paga i viaggi?

(Ride) Da sola, con i miei soldi!

Quest’anno Pan di Zucchero compie 10 anni, a quanto ammontano le donazioni?

Abbiamo distribuito piu’ di un milione con l’1,5% di spese e tutto e’ verificabile tramite i bilanci. Insomma tranne un 1,5% tutto il resto va in donazione. La crisi si e’ fatta sentire negli ultimi anni inevitabilmente sia per le donazioni che per le famiglie che richiedono aiuto sul territorio.

Parliamo del territorio e delle famiglie vicine a noi in difficolta’…

Inanzitutto per dare una collocazione geografica ci occupiamo dei 13 paesi che fanno parte dell’Ambito con Latisana. E’ un modo per andare incontro alle esigenze economiche di singoli e famiglie con l’acquisto di generi alimentari, spese mediche e bollette, ma anche libri scolastici, gite di istruzione, tasse scolastiche, mensa, in convenzione con le scuole elementari medie e superiori di Latisana.

Quanti denaro e’ stato donato nel 2015?

Sul territorio 50.538 euro

Le situazioni di difficolta’ sono in aumento?

Ci sono segnalate dai servizi sociali dai tredici Comuni: Latisana, Marano, Palazzolo, Precenicco, Carlino, Muzzana, Porpetto, San Giorgio di Nogaro, Pocenia, Torviscosa, Ronchis, Lignano, Rivignano e Teor. Scovare la vera poverta’ e’ difficile, perche’ c’e’ ancora vergogna. Il nostro sportello e’ aperto ogni martedi e giovedi.

Come raccogliete i fondi?

Con la merce usata del Centro di solidarieta’. Chiunque puo’ portarci cio’ che ha in casa in buono stato e che non gli serve piu’. Noi selezioniamo la merce e la distribuiamo a un prezzo simbolico. Ogni settimana sono circa 300 le persone che vengono a comperare al centro. L’ultimo sabato di ogni mese si svolge anche il mercatino di beneficenza, con orario continuo dalle 9.30 alle 17.30 all’esterno del Centro di Solidarieta’. Ogni mercatino e’ per un progetto. Per esempio adesso siamo impegnati ad aiutare ad espatriare mamma e figlio in Nigeria. Inoltre c’e’ una rete di beneffatori che crede nel nostro operato e ci aiuta. Altri strumenti sono le collette solidali, le bomboniere solidali e I salvadanai. Ogni progetto e’ affinacato da sensibilizzazione e presentazione sul territorio.

Il centro di solidarieta’ vive grazie al volontariato…

Assolutamente, e’ un centro di aggregazione dove una quarantina di persone si alternano a turno. Ad ogni apertura c’e’ una referente che e’ responsabile delle donazioni dell’intera giornata. Si vive in armonia, si ride e si scherza, alle volte balliamo perche’ di solito lavoriamo con la musica. Ci sono volontarie qui da dieci anni.

Quest’anno Pan di Zucchero compie 10 anni

Una grande meta, pensiamo di festeggiare con una sfilata di moda di volontari e utenti con i nostri vestiti a Settembre Doc. Sara’ un momento di integrazione.

Ha mai avuto paura durante i suoi viaggi?

No, mi affido. Se devo andare vuol dire che e’ deciso… Non faccio l’eroina, comunque sono con persone che conoscono luoghi e situazioni.

Il futuro?

Ci sara’ sempre piu’ bisogno, la poverta’ e’ in aumento… c’e’ di tutto. Per molti sul territorio siamo un punto di riferimento. Per il resto mi piace viaggiare, non potrei farne a meno.

Non mi resta che ringraziare Marisa, Carlotta, Patrizia e Flaviano (nella foto) che mi hanno regalato una meravigliosa mattinata.

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