Un gran lavoratore friulano, impegnato nel volontariato, Romano Mian è conosciutissimo nel Sangiorgino. Colpisce di primo acchito la sua battuta sempre pronta. In fondo conosce tutti, le famiglie, le nostre storie. La passione per la terra e un enorme amore per le figlie Isabel e Martina, che aiuta nella loro attività di imprenditrici nell’agriturismo La da frutis a Porpetto, sono il senso di tanto lavorare.
Romano, una vita fra la fabbrica, la terra e la ristorazione
Dipendente per ventidue anni alla Marzotto dal ’67 all’80 poi diventata Cogolo. Me ne vado nell’89. Per capirsi, la provinciale che porta all’Aussa Corno non era ancora asfaltata quando ho iniziato.
Perché è andato via dalla Cogolo?
Pagavo troppe tasse, avevo già iniziato a collaborare nella rosticceria alla Griglia d’Oro sul Cormor.
Mitica Griglia d’Oro nel Sangiorgino!
A dire il vero, anche se si trova sulla statale tra Muzzana e San Giorgio, è comune di Castions. Era a gestione famigliare. Erano gli anni delle grandi grigliate. L’avventura era iniziata nell’85 e si è protratta fino al 2008. Per quasi 25 anni.
La sua passione è la terra però.
Sì, la mia grande passione. Nel ’93 con i primi guadagni ho comprato un pezzo di terra a Porpetto.
Come nasce l’idea dell’agriturismo La da frutis a Porpetto?
Sono andato in pensione nel 2009 ma sono padre di due figlie e ho pensato al loro futuro. Ho rilevato nel ’98 l’allevamento di maiali da Uanetto, dove adesso si trova l’agriturismo. L’idea iniziale era di creare una frasca e allevare una decina di maiali.
Cosa accadde?
Nel 2003 il Comune di Porpetto mi comunico’ che i maiali davano fastidio. Così ho chiuso e riaperto l’allevamento nei pressi del Tiro al volo
Quando apre l’agriturismo La da frutis?
Nel 2009. E’ il futuro delle mie figlie Isabel e Martina. Non c’è lavoro e come padre è mio dovere pensare al loro avvenire. Ovviamente mia moglie Lorenzina e’ stata il braccio destro della mia vita. Adesso poi che c’e’ anche la nipotina Leandra!
Funziona l’idea?
Si molto. Soprattutto per lo Stato che è il vero beneficiario del nostro lavoro (ride). I clienti non mancano, le tasse da pagare ancor meno. Si lavora giorno e notte, non ci sono feste.
I vostri prodotti?
Principalmente insaccati di produzione propria: dal salame nostrano alla pancetta stagionata. Non può mancare il vino, la Rosa di Porpetto e, da quest’anno, la birra artigianale da produzione di orzo proprio.
Come vendete?
A chilometro zero e nei mercati contadini della Bassa Friulana.
Novità per il futuro?
La festa della trebbiatura! Trebbiamo con una macchina del 1955 e raccogliamo con una mietilega del ’53, secondo tradizione.
Uno sguardo al territorio. Una sua opinione
Il territorio fra i Tre ponti e lo Stella è regredito rispetto alle potenzialità di partenza. Si pensi agli investimenti che sono stati fatti… il Porto, l’autostrada, l’Interporto… E cosa ci resta?
Anche il Consorzio Aussa Corno e’ fallito. Cosa ci resta lo chiedo a lei?
La disoccupazione e quattro industrie che hanno inquinato e sono chiuse. Non è stata sviluppata un’industria adeguata al territorio.
E l’agricoltura?
Sul lastrico. Non si riesce a vivere di sola agricoltura, se vai alla pari sei già bravo. Va bene per i pensionati o chi ha comunque un altro introito.
Ma negli anni ’80 non era così…
Ma negli anni ’80 un trattore di 100 cavalli a doppia trazione veniva 15-16 milioni di Lire, adesso costa 70.000 Euro. Il gasolio agricolo era a 30 lire al litro adesso è a 1 Euro. Il concime era a 6-7.000 al quintale adesso è a 40 Euro. Il mais era a 15.000 Lire al quintale adesso, se va bene, è a 13 Euro.
Ma allora perché si continua a fare gli agricoltori?
E cosa dobbiamo fare, tutti i barbieri?