A Santa Maria La Longa sono circa una trentina i richiedenti asilo. Igor Treleani è uno dei sindaci friulani a gestire in prima persona l’emergenza. Non ancora quarantenne, confermato con larga maggioranza al secondo mandato, Treleani non si sottrae alle responsabilità istituzionali ma non dimentica che i primi a cui deve rendere conto sono i suoi cittadini.
Sindaco Treleani, dove sono ospitati i profughi?
I 18 maggiorenni presso la struttura del Piccolo Cottolengo di Don Orione, in un’area restaurata con contributi regionali. Nell’Istituto sono assistite 120 persone con disabilità grave e lavorano una settantina di unità, prevalentemente donne del paese. E’ l’azienda più importante del territorio comunale.
E i minorenni?
Sono circa 12 ospitati nella struttura de “La Viarte”, di cui uno trovato in territorio comunale e, quindi, a carico del comune.
Quanto spende il Comune per i profughi?
Zero.
Quando sono arrivati i profughi maggiorenni a Santa Maria La Longa?
A fine maggio 2015. Il prefetto aveva richiesto disponibilità all’istituto su segnalazione della Caritas.
Avevate già un’esperienza di accoglienza?
Nel 2011 in seguito “all’emergenza Libia”, il Comune aveva partecipato attivamente all’accoglienza di 16 immigranti, presso la medesima struttura. Tutte donne.
Questa volta ci sono donne?
No, dovrebbero essere tutti uomini dai 18 ai 30 anni provenienti dall’Afghanistan e dal Pakistan.
Condizionale d’obbligo?
I richiedenti asilo sono arrivati senza il coinvolgimento dell’amministrazione locale a ancora oggi restano sconosciute le loro identità.
Per capirsi, sono sconosciuti all’anagrafe?
Sono ospitati sul territorio comunale senza ufficialmente un nome e un cognome. Nessuno dalla Regione alla Prefettura ci ha comunicato le loro generalità. Non esistono per gli uffici del Comune.
Questo complica la sua mission di sindaco?
Certamente. Santa Maria La Longa è una comunità cattolica, di cultura contadina, storicamente molto accogliente. Il mio compito di gestire e filtrare l’impatto su una comunità di 2.400 anime è sicuramente facilitato. Ma come posso rassicurare adeguatamente i miei concittadini se nemmeno conosco i nomi di queste persone? Ad oggi non esiste una carta ufficiale con l’elenco dei richiedenti asilo sul territorio di Santa Maria.
Non esistono per l’anagrafe, ma hanno diritto all’assistenza sanitaria come ogni altro suo cittadino?
Assolutamente, sono seguiti da uno dei medici di base di Santa Maria La Longa.
Avete avuto problemi da quando sono arrivati?
Nessuno. Siamo stati fortunati.
E voi, vi siete integrati a loro?
Ci sono delle volontarie che provano ad insegnar loro l’italiano. Il mio vicesindaco ha anche partecipato ad una cena multietnica in cui questi ragazzi cucinavano piatti tipici per l’associazione Alvius che presta volontariato nell’Istituto.
Il suo piccolo comune si trova un carico di 30 profughi, mentre altri più grandi non ne hanno
Il territorio di Santa Maria La Longa viene utilizzato data l’esistenza di strutture adeguate, che hanno dato la disponibilità a gestire l’emergenza. Il messaggio è che tutti dovrebbero fare la loro parte. Un coinvolgimento territoriale maggiore è doveroso. I profughi sono assolutamente liberi di muoversi e certamente non passano tutta la giornata per le strade del Comune, ma si spostano anche in quelli limitrofi. Il problema di contenere la preoccupazione e di sensibilizzare non è certamente in capo solo a Santa Maria La Longa.